L’accelerazione della trasformazione digitale potrebbe sbloccare in Italia oltre 251 miliardi di euro di valore aggiunto lordo (VAL) entro il 2030, che equivale a quasi il 16% dell’attuale economia e il 55% del guadagno stimato in termini di VAL dipende dall’adozione del cloud computing. Ma per sbloccare questo valore è necessario che i settori pubblico e privato uniscano le forze trainando l’adozione di competenze e tecnologie digitali. È la stima che arriva dal rapporto “Unlocking Italy’s Digital Potential” che Amazon Web Services ha commissionato a Public First per comprendere i progressi compiuti finora dall’Italia nel perseguimento del decennio digitale dell’UE e come valorizzare il potenziale dell’Italia verso un futuro digitale e sostenibile. L’Italia sta, infatti, compiendo progressi soddisfacenti in diversi dei suoi obiettivi, ma ancora tanto deve essere fatto.
Nel 2021 la Commissione europea ha delineato la visione per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030 con il Percorso per il decennio digitale che, suddiviso in quattro aree (competenze, infrastrutture, settore pubblico e aziende), definisce metriche chiave per sfidare e monitorare i progressi. AWS, con la sua esperienza nel cloud e le sue azioni volte ad aiutare 29 milioni di persone in tutto il mondo a sviluppare le proprie competenze tecniche con una formazione gratuita sulle competenze di cloud computing entro il 2025, sostiene le ambizioni dell’UE tanto quanto si impegna a sostenere l’Italia con 2 miliardi di investimenti in 7 anni e 3,7 miliardi di euro di ricaduta positiva sul PIL italiano nel medesimo lasso di tempo.
Indice degli argomenti
Italia lontana dall’obiettivo UE Cloud al 75%
Attualmente, l’Italia è ancora lontana dal raggiungere l’obiettivo UE del 75% di aziende con servizi tecnologici innovativi. E secondo le tendenze attuali, l’Italia non raggiungerà quella cifra al 2040. Del resto, oggi solo il 39% delle società italiane ha adottato il Cloud, il 18% l’Intelligenza Artificiale e il 9% i Big Data. Eppure l’implementazione di strumenti digitali come il Customer Relationship Management (CRM), l’Enterprise Resource Planning (ERP) o la contabilità online può aumentare la produttività aziendale del 10-25%.
L’aumento dell’adozione del cloud svolgerà un ruolo importante nel gettare le basi per la prossima generazione di innovazioni. Se riuscissimo ad incrementare l’adozione del cloud di 10 punti percentuali nelle piccole imprese in tutta Italia, questo progresso basterebbe da solo ad aumentare dello 0,6% il VAL dell’economia italiana, pari a 8,9 miliardi di euro in più. E visto che molte aziende intervistate non erano a conoscenza dei vantaggi delle tecnologie digitale, i governi possono svolgere un ruolo cruciale, in particolare per le piccole imprese, fornendo formazione e supporto per affrontare questo problema.
L’importanza di colmare lo “skill shortage” e dell’inclusione ICT
I progressi compiuti negli ultimi cinque anni nel miglioramento delle competenze digitali di base o del numero di donne specializzate nell’ICT sono stati molto lenti.
In Italia, il 42% possiede attualmente competenze digitali di base. Negli ultimi cinque anni, la prevalenza complessiva delle competenze digitali di base è diminuita di 1,8 punti percentuali e, in base alle tendenze attuali, è improbabile che l’Italia raggiunga l’obiettivo dell’UE di ottenere competenze digitali di base da parte dell’80% della popolazione entro il 2030. Con il ritmo attuale di evoluzione, la percentuale di popolazione con competenze digitali di base sarà solo del 37% entro il 2030.
La carenza di competenze digitali ostacola la crescita delle aziende digitalmente più avanzate. L’83% delle aziende considera le competenze digitali importanti o essenziali e questo dato sale al 95% per le aziende ad alta intensità digitale (aziende che utilizzano un elevato livello di tecnologia digitale, come l’uso di Internet aziendale da parte dei dipendenti, il numero di specialisti ICT o le interazioni con i clienti online). Il 38% delle aziende ad alta intensità digitale ha dichiarato che la carenza di competenze digitali ha rallentato la loro crescita, il 21% che ha aumentato i costi e il 22% che ha rallentato lo sviluppo di nuove tecnologie.
Mentre aumentare il numero di specialisti ICT è importante, anche migliorare le competenze digitali del lavoratore medio potrebbe essere altrettanto incisivo. Gran parte dell’impatto economico dell’agenda del decennio digitale deriverà dall’utilizzo di tecnologie come l’apprendimento automatico per automatizzare le attività esistenti. È probabile che ciò acceleri la necessità per i settori privato e pubblico di sostenere la riqualificazione e il miglioramento delle competenze dei lavoratori esistenti, man mano che le descrizioni delle mansioni cambiano.
Non tutti devono essere in grado di scrivere codice per il proprio lavoro o creare il proprio modello di apprendimento automatico (ML) da zero, ma quasi tutti potrebbero trarre vantaggio dal possesso di buone competenze digitali intermedie. Secondo una stima, oltre il 40% dei lavoratori che utilizzano quotidianamente il software per ufficio non ha ancora competenze sufficienti per utilizzarlo in modo efficace.
Sarà difficile raggiungere l’obiettivo dell’UE di 20 milioni di specialisti ICT entro il 2030 senza migliorare l’inclusione. Sulla base delle tendenze attuali, il 17% degli specialisti ICT saranno donne nel 2030, con un aumento solo marginale rispetto al 16% del 2021.
Infrastrutture digitali: più importanti delle forme tradizionali di investimento
Oggi solo il 34% delle famiglie italiane – al di sotto della media UE del 59% – è coperto da reti fisse ad altissima capacità (VHCN ovvero Very High Capacity Networks). Occorre fare di più per sostenere lo sviluppo di tecnologie come l’edge computing, che consente l’elaborazione e l’archiviazione dei dati più vicino alla fonte di dati. Oltre alla trasformazione digitale, l’altro importante cambiamento strutturale che le economie dell’UE devono affrontare è la transizione verso un’economia decarbonizzata. E un maggiore uso della tecnologia digitale giocherà un ruolo essenziale nel sostenere questo cambiamento e promuovere la sostenibilità.
Per questi motivi, l’infrastruttura digitale è considerata più importante rispetto alle forme tradizionali di investimento. Nel sondaggio, sia i consumatori che le imprese hanno scelto Internet più veloce o più affidabile come una delle principali priorità di investimento nelle infrastrutture di connettività, davanti a molte forme più tradizionali di infrastrutture di trasporto come ferrovie o aeroporti. Ancora, il 90% delle aziende italiane concorda sul fatto che l’importanza attuale della sostenibilità sarà mantenuta o aumenterà come criterio nelle decisioni aziendali, ma solo il 44% di esse sono convinte di disporre attualmente degli strumenti digitali adeguati per monitorare e migliorare la sostenibilità.
PA 4.0, un potenziale di risparmio non sfruttato
L’UE è leader mondiale per l’amministrazione digitale, ma in Italia rimane un potenziale significativo non sfruttato.
Il report suggerisce che l’Italia ha raggiunto il 69% dell’obiettivo dell’UE per i servizi pubblici digitali per i cittadini e l’89% dell’obiettivo per i servizi pubblici digitali per le aziende. Il 62% degli italiani ha dichiarato che sarebbe favorevole ad accedere alle proprie cartelle cliniche e il 52% a confermare la propria identità online, suggerendo un potenziale di ulteriore diffusione.
Il cloud può svolgere un ruolo significativo nella creazione di una governance digitale più agile ed efficiente.Il passaggio del 10% dei sistemi IT del settore pubblico nel cloud potrebbe far risparmiare ai contribuenti italiani oltre 87 milioni di euro l’anno.
Public First ha riscontrato un’elevata disponibilità tra i cittadini dell’UE a utilizzare i servizi pubblici digitali. L’UE dovrebbe agire da facilitatore tra gli Stati membri per aiutarli a imparare gli uni dagli altri a replicare le migliori pratiche per la trasformazione digitale, come ad esempio standardizzare i dati e automatizzare le transazioni di routine.
AWS sostiene il decennio digitale europeo con cloud e competenze digitali
L’Europa sta aprendo la strada a una nuova rivoluzione industriale verso un futuro sostenibile e digitale. AWS continuerà ad aiutare i clienti a soddisfare le leggi e gli standard europei in evoluzione e a raggiungere i massimi livelli di sicurezza, privacy e resilienza. AWS ha dichiarato la conformità di 52 servizi al Codice di condotta per la protezione dei dati dei fornitori di servizi di infrastruttura cloud in Europa (Codice CISPE), che verifica in modo indipendente che i servizi AWS possano essere utilizzati in conformità con il GDPR. In Italia, oltre 100 servizi AWS e 200 servizi cloud di terze parti costruiti su AWS, sono accreditati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) che certifica il rispetto degli standard governativi di sicurezza, privacy e conformità dei dati.
La prossima generazione di leader in Europa dovrà lavorare in modo diverso per avere successo in un futuro digitale. Per questo, AWS aiuterà a far fronte alla carenza di competenze digitali attraverso l’istruzione, la formazione e il supporto attraverso una serie di programmi. “Faremo la nostra parte nello sviluppo delle competenze innovative di cui i cittadini e le imprese europei hanno bisogno per competere e avere successo sulla scena mondiale” dichiara AWS che investe nello sviluppo di talenti IT locali con programmi di istruzione, formazione e certificazione per ricoprire ruoli non solo all’interno del perimetro aziendale, ma anche presso clienti e organizzazioni partner.
Nel 2021, AWS ha lanciato re/Start in Piemonte, un programma che fornisce a centinaia di persone appartenenti a gruppi svantaggiati una formazione sulle competenze cloud e collegamenti diretti con i datori di lavoro. Nello stesso anno AWS GetIT, un’iniziativa che ha invitato migliaia di studenti, di età compresa tra i 12 e i 14 anni, a partecipare a un concorso interscolastico di progettazione di app per risolvere un problema reale affrontato dalla loro scuola o comunità. Nell’ambito dell’istruzione superiore, AWS Academy fornisce alle istituzioni italiane, tra cui l’Università di Roma La Sapienza, l’Università di Roma Tor Vergata, Fondazione ELIS e l’Università di Bologna, un programma di cloud computing gratuito e pronto per essere insegnato.
Accelerare la sostenibilità e promuovere l’innovazione
Un futuro digitale per l’Europa è un futuro sostenibile. AWS è in procinto di alimentare le proprie operazioni con energia rinnovabile al 100% entro il 2025, cinque anni prima dell’obiettivo originario del 2030. Sta lavorando al fianco dei clienti su nuove idee che sfruttano il potenziale delle tecnologie emergenti per contribuire a ridurre le emissioni di carbonio e proteggere l’ambiente. In qualità di maggiore acquirente mondiale di energia rinnovabile, continuerà a trasformare la infrastruttura per raggiungere obiettivi di sostenibilità. In Italia, i progetti di energia solare di Mazara e Paterno contribuiranno alla rete locale con 66 megawatt (MW), sufficienti ad alimentare più di 20.000 abitazioni e a risparmiare più di 62.000 emissioni di CO2 all’anno, o a piantare oltre 3 milioni di alberi. Un altro progetto solare nel sud Italia produrrà 40 MW una volta operativo.
L’innovazione è la linfa vitale dell’economia digitale. AWS continuerà a ridurre i costi dell’innovazione, consentendo iterazioni, implementazioni e scalabilità rapide, fornendo a inventori e costruttori la possibilità di utilizzare infrastruttura ad alta potenza senza le spese e le limitazioni legate all’acquisto e alla gestione dei propri server. “Aiuteremo i migliori e i più brillanti ad affrontare le sfide più urgenti dell’Europa” comunica AWS “Il lancio della nostra Regione AWS Europe (Milano) si aggiunge alla lista dei continui investimenti in infrastrutture e operazioni in Italia. I 2 miliardi di euro di investimenti previsti e le operazioni correlate entro il 2029, contribuiranno con 3,7 miliardi di euro al PIL dell’Italia e sosterranno una media di 1.155 posti di lavoro a tempo pieno non-AWS all’anno”.