Fabbrica intelligente, servono più investimenti e un lavoro corale da parte di imprese e istituzioni

Per realizzare la trasformazione digitale e sostenibile occorre investire in innovazione e competenze: un impegno che imprese e istituzioni devono affrontare insieme. Se ne è discusso in occasione dell’assemblea generale 2023 dell’Afil, l’Associazione fabbrica intelligente Lombardia

Pubblicato il 27 Giu 2023

rete d’impresa


I momenti di cambiamenti così radicali, come la trasformazione digitale e quella sostenibile in corso in questi anni, vanno affrontati in modo corale da imprese e istituzioni. Servono investimenti in aggiornamento e sviluppo delle imprese: non è solo il settore pubblico a investire poco, ma è anche il privato a fare investimenti non adeguati in innovazione e ricerca, che sono gli elementi principali del successo sui mercati internazionali. Sono questi alcuni dei temi di cui si è discusso nel corso dell’assemblea generale 2023 dell’Afil (Associazione fabbrica intelligente Lombardia, la “costola” lombarda del Cluster Fabbrica Intelligente), dal titolo ‘Scienza, tecnologia e manifattura: un ecosistema circolare per il futuro’, che si è svolta a Milano presso Palazzo Lombardia.

Poco meno di 84mila imprese che impegnano 888mila addetti, un fatturato che nell’annus horribilis 2020 ha raggiunto i 229 miliardi di euro, con 60 miliardi di valore aggiunto. Sono i numeri, di fonte Istat, della manifattura lombarda, la più importante a livello nazionale, una delle principali sul piano continentale.

E Afil è il cluster tecnologico per il manifatturiero avanzato della Regione Lombardia. È l’ecosistema che aggrega in una filiera regionale stabile e coesa le imprese (grandi, medie, piccole, startup), i centri di ricerca, le università e associazioni industriali che si occupano di innovazione.

Innovare non è semplice né economico per nessuno, ma occorre farlo per non restare fuori dal mercato. E investire significa anche importare impianti pilota nei territori e renderli operativi; potenziare laboratori e strumentazioni di ricerca (cosa che i bandi europei spesso non fanno); favorire la collaborazione tra enti di ricerca e la connessione tra università e aziende.

“La nostra assemblea generale annuale è anche un importante momento di aggregazione della comunità manifatturiera lombarda, in cui facciamo il punto sulla situazione attuale del settore e condividiamo le strategie future per favorire la crescita e l’innovazione”, rimarca Christian Colombo, presidente di Afil.

Un’assemblea che ha anche sancito l’ingresso nel Cluster di 19 nuovi soci, portando in questo modo a 130 il totale delle aziende e società associate. Afil conferma per il 2023 il suo sforzo “che potremmo definire bottom-up”, le parole del presidente Colombo, “quello cioè di un recupero delle esigenze delle piccole e medie aziende per riportarle a Regione Lombardia e incrociarle con le attività delle università e dei centri di ricerca, con il supporto delle associazioni”.

“L’impresa non è e non deve essere un cortile chiuso, ma fa parte di un sistema aperto in cui entrano enti di formazione, università e la società in senso ampio”, sottolinea Laura Rocchitelli, presidente e Ceo di Elettrotecnica Rold.

E osserva: “la nostra Academy sta sensibilizzando tutti noi sull’agenda 2030 dell’Onu, con 17 ambasciatori, uno per ciascuno degli obiettivi dell’agenda e numerosi workshop”. Portando ancora una volta l’attenzione sulla centralità della formazione e della preparazione professionale: “quella degli ITS è una scelta diversa e parallela all’università. Le aziende che collaborano sono propense a condividere la loro conoscenza e le loro best practice perché dagli ITS poi pescano la forza lavoro e i tecnici”.

Fondere la cultura del passato con il futuro

Mentre Amalia Ercoli Finzi, professoressa Onoraria del Politecnico di Milano, attinge dal passato per guardare al futuro: “gli italiani hanno grande capacità creativa che ci deriva dalla storia. Siamo un coacervo di culture, dai greci ai longobardi, tutti i popoli hanno lasciato qualcosa e la nostra creatività pesca da tutte queste storie e culture. Questa creatività ci permette anche di mettere a sistema tecnologie diverse e rispondere più rapidamente alle esigenze dalla progettazione alla realizzazione dei sistemi complessi”.

La questione – una delle questioni da affrontare, e per cui anche Afil lavora sul territorio – è proprio quella di riuscire a fondere creatività e innovazione, competenze specifiche e sviluppo tecnologico, dato che in questi anni i ferri del mestiere stanno radicalmente cambiando, tra Digital twin e Industrial Iot, intelligenza artificiale e robotica.

In collegamento da Bruxelles, Marek Przeor, Team leader Cluster policy Dg-Grow della Commissione Europea, ha illustrato la strategia europea per implementare gli obiettivi per la Twin transition e la resilienza attraverso i Cluster dell’Ue, illustrando inoltre come diversificare i canali di approvvigionamento delle materie prime. Un tema centrale per il comparto manifatturiero, anche alla luce della crisi degli ultimi mesi.

Superare i compartimenti stagni

Alessandro Fermi, assessore all’Università, ricerca, innovazione di Regione Lombardia, fa notare: “bisogna superare i compartimenti stagni che ancora esistono tra sviluppo economico, ricerca e innovazione. Per questo abbiamo deciso di fare un link forte tra i due assessorati regionali dedicati a questi ambiti, e di raddoppiare così le risorse a oltre un miliardo di euro per il Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale. Ci attendiamo risultati molto positivi. Da qui a fine anno dobbiamo capire dove investire le nostre risorse e dobbiamo deciderlo insieme con il cluster Afil che ci deve dare indicazioni chiare sulle esigenze del settore nei prossimi 5-10 anni. Contiamo inoltre di aumentare le linee di finanziamento dei progetti fino a 150 milioni di euro”.

Il Manifatturiero italiano “è molto forte e le sue aziende ci hanno sempre creduto, non a caso l’Italia è al settimo posto nel mondo”, rileva Tullio Tolio, presidente del comitato tecnico scientifico di Afil, e in questo scenario la Lombardia è la regione di riferimento e rappresenta il 27% del manifatturiero italiano per valore aggiunto, pari a 60 miliardi di euro, e la seconda regione manifatturiera d’Europa.

Ma non è detto che il futuro sia assicurato se non si continua a investire e a mettere l’innovazione al centro della programmazione”, avverte Tolio, “dobbiamo tutti affrontare e gestire il grande cambiamento in atto per il futuro, che può essere un’opportunità ma si può anche avere difficoltà e perdere quote di mercato”.

Nuove tecnologie, nuovi modelli di business

Gli elementi di cambiamento sono tanti e diversi, due dei principali sono la Circular economy e la sostenibilità dei vecchi e nuovi modelli di business, e una delle domande da farsi, e a cui dare una risposta adeguata, è ad esempio ‘come sarà possibile guadagnare in questo contesto?’.

“I prodotti avranno un passaporto e chi non sarà in grado di offrire questo tipo di documento e di informazioni sul prodotto sarà meno competitivo”, fa ad esempio notare Tolio. Cambia il modo di produrre, cambiano – devono cambiare – la supply chain, il design, la logistica, l’interazione con il cliente, in definitiva cambia l’intero modello di business, con un peso sempre maggiore sui servizi collegati e che accompagnano il prodotto lungo l’intero suo ciclo di vita.

Il modello di produzione è sempre più basato sulle piattaforme tecnologiche e digitali, per una completa disintermediazione tra fornitori di componenti e produttori. È un mercato che sta crescendo molto, ma un’altra domanda in cerca di risposte è ‘chi guiderà queste piattaforme?’. E Tolio ne aggiunge un’altra: “siamo sicuri che il manifatturiero lombardo e italiano saprà resistere a questi cambiamenti?”.

Afil, anche roadmap dedicate al manifatturiero

Per affrontare tutto ciò, Afil ha un ruolo di collegamento tra le imprese: le comunità strategiche servono anche a far parlare tra loro le aziende e rendere più forti le filiere. “In un settore così complesso e variegato è difficile avere una voce comune”, rileva Paolo Vercesi, direttore esecutivo di Afil, “per questo la nostra associazione raccoglie le necessità e si fa portavoce verso le istituzioni”.

L’Associazione fabbrica intelligente Lombardia “cerca anche di collegare le esigenze di tutti e crea roadmap dedicate al manifatturiero per sintetizzare queste esigenze di innovazione”, sottolinea Vercesi, “una di queste roadmap è sull’economia circolare, mentre ora stiamo lavorando a un’altra sull’intelligenza artificiale, che presenteremo a Regione Lombardia”.

Sono sfide “che nascono dalla consapevolezza che in futuro saranno i territori a dover essere competitivi nel loro insieme, non solo le imprese. Sfide in cui la Regione che coordina la risposta del territorio è un attore cruciale”. Regione alla quale Afil chiede di impegnarsi per potenziare le risorse europee che arrivano in Lombardia, così da renderla una realtà leader per quel che riguarda l’innovazione a livello comunitario, ma anche di potenziare i centri di ricerca e le università lombarde, nell’ottica di una sempre maggiore collaborazione con le imprese e di garantire il trasferimento tecnologico dal laboratorio all’azienda. Un impegno richiesto anche alle aziende private.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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