Fondo per la Repubblica Digitale: 30 milioni di euro per la formazione di lavoratori ad alto rischio di sostituibilità, dei disoccupati e degli inattivi

Il bando In Progresso e il bando Prospettive del Fondo Repubblica Digitale mettono a disposizione 30 milioni di euro per la formazione dei lavoratori ad alto rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione e a supporto dei disoccupati e degli inoccupati di età compresa tra i 34 e i 50 anni.

Pubblicato il 16 Mag 2023

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Accrescere le competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica e delle persone disoccupate e inattive: è questo l’obiettivo di due bandi aperti nell’ambito del Fondo per la Repubblica Digitale.

Un’iniziativa costruita sulla base delle evidenze che sottolineano una posizione di forte arretratezza, sul fronte delle competenze, dell’Italia rispetto al digitale.

In Italia, 26 milioni di persone non hanno competenze digitali di base. Si tratta del 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni, rispetto al 46% della media Ue. L’Italia è così al 18esimo posto su 27, secondo i dati della Commissione europea (Digital Economy and Society Index – Desi).

La bassa percentuale di cittadini con competenze digitali è solo la punta dell’iceberg di ritardi più ampi. Il gap italiano è infatti maggiore nei sottocomponenti dell’indice Desi di problem solving skills (69% in Italia vs. 79% in Ue) e di information and literacy skills (71% in Italia vs. 80% in Ue).

I dati mostrano quindi che il fenomeno italiano di basse competenze digitali si innesta in un contesto di mancanza di conoscenze più esteso che comprende abilità cognitive complementari, dette anche soft skills.

Questo ritardo produce un impatto sulla reale “cittadinanza digitale”, sull’accesso ai servizi della pubblica amministrazione da parte di tutti i cittadini, sull’adeguamento delle competenze dei lavoratori al mutare delle esigenze del mercato del lavoro e rappresenta un freno allo sviluppo del Paese.

Proprio per affrontare questi problemi è nato il Fondo per la Repubblica digitale, una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare).

Bandi Fondo per la Repubblica Digitale, le risorse e le modalità di finanziamento

I due bandi “In progresso” e “Prospettive” mettono a disposizione un totale di 30 milioni di euro – dei 350 che, in via sperimentale, il Fondo ha messo a disposizione fino al 2026 –  per combattere lo skill gap e l’inattività delle persone tra i 15 e i 60 anni.

I progetti selezionati verranno sostenuti attraverso una procedura di liquidazione delle risorse basata sul principio pay for performance, con uno specifico focus sull’impiego dei beneficiari in mansioni a più alto valore aggiunto.

Ad eccezione dell’anticipo del contributo necessario per l’avvio delle attività progettuali, i successivi pagamenti saranno effettuati solo in base al raggiungimento di risultati concordati ex ante e in termini di obiettivi raggiunti e del rispetto dei tempi previsti.

Un’organizzazione può presentarsi come soggetto responsabile ad entrambi i bandi pubblicati dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa Sociale. Qualora, durante la fase istruttoria, entrambe le proposte risultassero ammissibili e meritevoli del contributo, sarà finanziata quella con il punteggio standardizzato più alto tra le due graduatorie.

“In progresso”: 10 milioni di euro per la formazione dei lavoratori a rischio di sostituibilità a causa dell’automazione

L’Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di skill mismatch in Europa, vale a dire che le aziende non trovano nella forza lavoro le competenze richieste. Lo skill-gap che ne deriva si traduce nell’incapacità di acquisire, entro i tempi della transizione tecnologica, le stesse abilità complesse che svolgerebbe un robot al nostro posto.

Un recente studio dell’Università di Trento conferma che nei prossimi 15 anni la quota di lavoratori e lavoratrici ad alto rischio di rimpiazzo tecnologico si attesterà tra il 33% (7,12 milioni di persone) e il 18% (3,87 milioni), se si considerano rispettivamente le professioni automatizzabili o le singole mansioni.

Nel nostro Paese le professioni ad alto rischio di automazione interessano diversi settori: trasporti e logistica, supporto d’ufficio e amministrativo, produzione, servizi e settore della vendita.

Tutto ciò rende necessaria un’azione di adeguamento del know-how attraverso azioni di upskilling dei lavoratori, con percorsi di formazione sulle competenze digitali e trasversali per svolgere le loro mansioni in via complementare agli strumenti forniti dall’innovazione tecnologica.

Il bando “In progresso” promuove, per questo, lo sviluppo delle competenze digitali dei lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica, al fine di garantire le condizioni di permanenza nel mondo del lavoro e migliori opportunità professionali.

Bando “In progresso”, le modalità di partecipazione

C’è tempo fino al 4 agosto, per soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro, per partecipare attraverso il portale Re@dy (www.portaleready.it). Il bando prevede un totale di 10 milioni di euro.

Al bando possono accedere partnership formate da almeno due soggetti e da almeno una organizzazione profit o non profit avente lavoratori con mansioni ad alto rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica.

Al/ai partner datore di lavoro è richiesto un cofinanziamento in kind di almeno il 30% del costo totale del progetto. Per cofinanziamento in kind si intende la compartecipazione alle attività progettuali in forma diversa dal denaro, che quindi non generi un esborso monetario.

La liquidazione del contributo al soggetto responsabile avviene in quattro diverse fasi:

  • anticipo (30%)
  • primo pagamento (fino al 40%) all’erogazione di almeno il 15% delle ore di formazione programmata e al coinvolgimento di almeno il 25% dei beneficiari previsti, previa presentazione di apposita rendicontazione
  • secondo pagamento (fino al 15%) all’erogazione di almeno il 100% delle ore di formazione programmate e al coinvolgimento del 100% dei beneficiari previsti, previa presentazione di apposita rendicontazione
  • saldo (fino al 15%) in funzione della percentuale dei beneficiari formati che vengono impiegati in mansioni a più alto valore aggiunto con l’eventuale miglioramento delle proprie condizioni contrattuali presso il medesimo o altri datori di lavoro

L’intero saldo è riconosciuto se la percentuale di beneficiari formati che viene impiegato in mansioni a più alto valore aggiunto è superiore al 60%, entro tre mesi dalla fine del progetto.

Se la percentuale di beneficiari raggiunta si attesta tra il 30 e il 60% verrà erogata una quota pari al 40% del saldo intero, mentre al di sotto del 30% il saldo non verrà riconosciuto. 

Per maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione e i criteri di valutazione è possibile consultare il bando disponibile in calce all’articolo. 

Bando “Prospettive”: 20 milioni di euro per ridurre il tasso di inattività

Rispetto ai Paesi Ue, l’Italia riporta il più alto tasso di inattività (34,6%): durante il terzo trimestre 2022, più di un terzo della popolazione italiana di età compresa tra i 15 e i 64 anni risultava non occupata o in cerca di occupazione, contro il valore medio Ue pari al 23,6%.

Inoltre, secondo i dati Ocse, il tasso di disoccupazione del nostro Paese è del 7,9%, superiore di quasi due punti percentuali rispetto alla media europea (6,1%).

Le persone tra i 34 e i 50 anni risultano essere quelle maggiormente colpite dal fenomeno e tra loro si concentra la quota più alta di disoccupati di lunga durata, cioè coloro che cercano e non trovano un lavoro da più di un anno. Inoltre, secondo il World Economic Forum, in Italia, si stima che tra il 2023 e il 2027 saranno richieste competenze digitali a più di 2 milioni di lavoratori e, secondo uno studio di Deloitte in collaborazione con SWG, quasi un’azienda su quattro non trova i profili professionali STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) di cui ha bisogno.

In un tale contesto, il bando “Prospettive” punta ad accompagnare lo sviluppo delle competenze digitali di donne e uomini ai margini del mercato del lavoro – disoccupate/i e inattive/i, di età compresa fra i 34 e i 50 anni –, per offrire loro migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro.

Bando “Prospettive, le modalità di partecipazione”

C’è tempo fino al 14 luglio per presentare progetti sulla piattaforma Re@dy (www.portaleready.it). Il bando mette a disposizione 20 milioni di euro per sostenere iniziative presentate da soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del terzo settore.

Le proposte possono essere presentate da un soggetto singolo o da partnership costituite da massimo tre soggetti. Nel caso di proposte presentate da partnership saranno valutate positivamente le proposte che prevedano partnership complementari, formate da
soggetti pubblici e privati non profit funzionali alla realizzazione dell’intervento.

La partnership deve essere formata da enti da senza scopo di lucro, università pubbliche o private non profit, centri di ricerca non profit, centri di trasferimento tecnologico non profit, enti di formazione accreditati non profit, Istituti Tecnici Superiori (ITS), centri per l’impiego, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali, Regioni, enti pubblici.

Gli enti for profit possono essere coinvolti nei progetti per fornire beni o servizi di tipo specialistico rispetto ai quali il soggetto responsabile/partenariato non è in grado di provvedere in autonomia, in virtù della particolare natura dell’apporto fornito.

La liquidazione del contributo al soggetto responsabile avviene in quattro diverse fasi:

  • anticipo (20%)
  • primo pagamento (fino al 40%) all’erogazione di almeno il 15% delle ore di formazione programmate e al coinvolgimento di almeno il 25% dei beneficiari previsti, previa presentazione di apposita documentazione
  • secondo pagamento (fino al 20%) all’erogazione del 100% delle ore totali di formazione programmate e alla formazione del 100% dei beneficiari previsti, previa presentazione di apposita documentazione
  • saldo (fino al 20%), in funzione della percentuale di iscritti che firma un contratto di lavoro

L’intero saldo è riconosciuto se la percentuale di iscritti che firma un contratto di lavoro è superiore al 60%, entro sei mesi dalla fine del progetto.

Il saldo riconosciuto scende al 40% se la percentuale di iscritti che firma un contratto di lavoro è compresa tra il 30% e il 60%, entro sei mesi dalla fine del progetto e non è riconosciuto se la percentuale scende al di sotto del 30%.

Il bando “In progresso”

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Bando “Prospettive”

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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