Miur, bando da 18 milioni per dottorati innovativi al Sud

Pubblicato il 10 Mag 2018

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Una forte collaborazione tra le Università del mezzogiorno e il mondo imprenditoriale per promuovere e rafforzare l’alta formazione e la specializzazione post laurea, in linea con le necessità del sistema produttivo nazionale e quindi con attenzione a tematiche quali Industria 4.0 e big data. Sono queste le linee guida per poter accedere a un fondo, circa 18 milioni di euro, che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha messo a disposizione di progetti per accrescere l’attrattività dei percorsi di dottorato degli Atenei statali e non statali delle otto Regioni del Mezzogiorno, per avviare percorsi altamente formativi in collaborazione con imprese e soggetti internazionali di eccellenza. Le regioni interessate a questi “dottorati innovativi” sono quelle in ritardo di sviluppo – ovvero Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia – e le regioni in transizione Abruzzo, Molise e Sardegna.

Dottorati innovativi, ecco i dettagli del bando

Il Ministero ha emanato il bando per l’attuazione delle misure per il sostegno del capitale umano previste all’interno del Programma Operativo Nazionale FSE-FESR “Ricerca e Innovazione 2014-2020”, ricompreso nel Programma Nazionale della Ricerca 2015-2020 approvato dal Governo nella seduta straordinaria del CIPE dell’1 maggio 2016.

Nello specifico, il nuovo Bando Azione I.1 “Dottorati Innovativi con caratterizzazione industriale” finanzia le borse di dottorato relative ai corsi accreditati dall’Anvur nell’ambito della programmazione dei Corsi di Dottorato XXXIV Ciclo – Anno Accademico 2018/2019 e prosegue il percorso avviato con il Bando PON R&I.  Le domande per il nuovo bando, non più di tre per corso,  potranno essere presentate, a partire dal 15 maggio 2018 ed entro e non oltre le ore 15.00 del 15 giugno 2018, sul sito CINECA, all’indirizzo http://dottorati.miur.it.

Come funzionano i corsi di dottorato

Attraverso questo decreto, le Università potranno proporre dottorati la cui frequenza dovrà svolgersi obbligatoriamente all’estero, con una durata da un minimo di 6 a un massimo di 18 mesi, e per lo stesso periodo si dovrà svolgere presso le imprese. A questo si aggiunge il percorso formativo interno agli atenei.

Per l’ammissione alla fase di valutazione, le proposte relative alle borse di dottorato aggiuntive devono:

  • riguardare aree disciplinari e tematiche coerenti con le traiettorie di sviluppo individuate dalla Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente 2014-2020 e con i fabbisogni, in termini di figure ad alta qualificazione, del mercato del lavoro delle Regioni interessate dal programma;
  • avere una durata complessivamente pari a 3 anni;
  • prevedere l’attuazione dell’intero percorso di dottorato, formazione, ricerca e valutazione, presso le sedi amministrativa ed operative dell’Università beneficiaria, site nelle Regioni obiettivo del programma, fatti salvi i periodi di studio e ricerca presso l’impresa e all’estero, programmati coerentemente con le attività di formazione e ricerca previste presso le sedi del soggetto proponente;
  • prevedere periodi di studio e ricerca in impresa da un minimo di sei (6) mesi a un massimo di diciotto (18) mesi;
  • prevedere periodi di studio e ricerca all’estero da un minimo di sei (6) mesi a un massimo di diciotto (18) mesi;
  • assicurare che il dottorando possa usufruire di qualificate e specifiche strutture operative e scientifiche per le attività di studio e ricerca;
  • favorire la valorizzazione dei risultati della ricerca e garantire la tutela della proprietà intellettuale;
  • favorire il coinvolgimento delle imprese nella definizione del percorso formativo anche nell’ambito di collaborazioni più ampie con l’Università;
  • garantire il rispetto dei principi orizzontali (sostenibilità ambientale, sviluppo sostenibile, pari opportunità e non discriminazione, accessibilità per le persone disabili).

Questo percorso sarà fondamentale per consentire alle dottorande e ai dottorandi di qualificare “in senso industriale” le proprie esperienze formative e di ricerca, migliorando così la propria occupabilità e, di conseguenza, portando un beneficio concreto all’intero tessuto produttivo dei territori interessati dal programma.

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Fabrizio Cerignale

Giornalista professionista, con in tasca un vecchio diploma da perito elettronico. Free lance e mobile journalist per vocazione, collabora da oltre trent’anni con agenzie di stampa e quotidiani, televisioni e siti web, realizzando, articoli, video, reportage fotografici. Giornalista generalista ma con una grande passione per la tecnologia a 360 gradi, da quella quotidiana, che aiuta a vivere meglio, alla robotica all’automazione.

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