Sono considerate le professioni del futuro. I mestieri etichettati come STEM, cioè che fanno parte degli ambiti scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico, hanno le stime più promettenti di aumento dell’occupazione nei prossimi anni. Anche in Italia, affetta da cronica disoccupazione e da una lentezza a cogliere le innovazioni. Lo dimostrano dati raccolti da Assolombarda. Tra il 2015 e il 2025, mentre l’occupazione crescerà del 3%, le assunzioni di professionisti di informatica aumenteranno del 14,9%, quelle di ingegneri e ricercatori del 36,9%. I ritmi dell’Italia sono superiori anche alle medie europee.
Tuttavia il boom dei lavori STEM mette in luce un’altra problematica del lavoro all’italiana: la questione femminile. Il centro studi di Assolombarda e l’Istituto per la ricerca sociale hanno evidenziato che le ragazze iscritte a corsi di laurea in ambiti scientific sono un terzo del totale.
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Domanda e offerta
Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, rileva che “l’accelerazione dell’innovazione tecnologica ha determinato un forte aumento della domanda di competenze tecnico-scientifiche, che non trova riscontro in una crescita dell’offerta”. Non solo: in Italia le donne STEM risultano più penalizzate dei colleghi uomini, in termini di occupazione, orari di lavoro e busta paga.
Le cosiddette lavoratrici STEM hard, ossia impiegate nei settori tecnologici e scientifici escluso medicine e discipline sanitarie, sono il 75,6% delle laureate, un dato inferiore al valore che comprende anche le discipline umanistiche e circa dieci punti percentuali in meno dei colleghi uomini. Inoltre, rileva la ricerca, “rispetto al 2008 il tasso di occupazione delle donne STEM hard è diminuito (-0,4%) a fronte di una crescita in tutti gli altri gruppi e, soprattutto, per gli uomini STEM hard (+2,3%)”. A quattro anno dalla laurea, inoltre, il 17% delle lavoratrici STEM è in part time, contro il 6% degli uomini e il 20% di loro occupa posizioni per le quali ha una sovra-istruzione.
Scelta di studi
Questa condizione si riflette anche sull’orientamento scolastico. Doxa ha evidenziato che il 66% delle studentesse delle scuole superiori sogna una carriera nelle discipline STEM, contro il 77% dei maschi. Solo il 24% delle ragazze interpellate considera scienze, matematica e tecnologia “una passione” e circa una sue tre dichiara di aver accresciuto il proprio interesse per le materie scientifiche a scuola.
Contromosse
“Per incentivare la presenza femminile nei percorsi STEAM bisogna agire sul sistema sociale, sul sistema scolastico e su quello produttivo”, indica Bonomi. Per questo Assolombarda ha avviato una sperimentazione con l’Università Bicocca di Milano. L’obiettivo è sostenere le studentesse più meritevoli che hanno scelto le facoltà STEM. L’associazione offrirà dieci borse di studio per le studentesse del corso di laurea di informatica, che nel 2017 ha registrato appena un 10% di presenza femminile.
Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.
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