EuroHPC, 17,7 milioni per progetti innovativi sul calcolo ad alte prestazioni

Con un decreto direttoriale del 19 luglio il Mise ha messo a disposizione 17,7 milioni di euro per finanziare progetti innovativi di imprese italiane nel campo del supercalcolo e dell’elaborazione dati attraverso microprocessori ad alto livello tecnologico. La misura è rivolta alle imprese che hanno visto le due call emanate nel 2020 da EuroHPC, l’iniziativa promossa congiuntamente dalla Ue, gli Stati membri e partner privati, che ha l’obiettivo di sviluppare un’infrastruttura di supercalcolo paneuropea e di sostenere la cooperazione nella ricerca scientifica avanzata, aumentare la competitività industriale e garantire, al contempo, l’autonomia tecnologica e digitale europea.

Pubblicato il 23 Lug 2021

High-Performance_Computing

Sono 17,7 milioni di euro le risorse che il Ministero dello sviluppo economico mette a disposizione per finanziare progetti innovativi di imprese italiane nel campo del supercalcolo e dell’elaborazione dati attraverso microprocessori ad alto livello tecnologico.

La misura si rivolge alle imprese che sono già state selezionate nell’ambito delle due call emanate nel corso del 2020  dall’impresa comune EuroHPC (European High Performance Computing), che rappresenta un campo della strategia industriale dell’Unione europea.

EuroHPC è una iniziativa promossa congiuntamente dalla Ue, gli Stati membri e partner privati, che ha l’obiettivo di sviluppare un’infrastruttura di supercalcolo paneuropea e di sostenere la cooperazione nella ricerca scientifica avanzata, aumentare la competitività industriale e garantire, al contempo, l’autonomia tecnologica e digitale europea.

EuroHPC JU: Modalità e termini presentazione domande

Le risorse sono destinate ad erogare finanziamenti agevolati a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo in forma congiunta da parte di PMI (singole o aggregate attraverso la fora di “contratto di rete”) e organismi di ricerca.

Le domande, compilate attraverso l’apposito modulo messo a disposizione dal Mise, devono essere accompagnate da:

  • dichiarazione sostitutiva di atto notorio inerente ai requisiti di accesso alle agevolazioni (stabiliti dal decreto del 1° luglio 2020). Nel caso di progetti presentati in forma congiunta, la dichiarazione deve essere presentata per ciascuno dei soggetti co-proponenti
  • scheda dei dati tecnici, per ciascuno dei soggetti proponenti, redatta in conformità allo schema allegato al decreto direttoriale (allegato 4)
  • piano di sviluppo, redatto in conformità allo schema dell’allegato 5, da parte del soggetto proponente o, nel caso di progetto congiunto, da parte del solo soggetto capofila
  • dichiarazione sostitutiva di atto notorio, una per ciascuno dei soggetti proponenti, concernente i dati contabili utili per le valutazioni previste dal decreto e contenente le informazioni riportate nello schema (allegato 6). Tale dichiarazione deve essere resa dal legale rappresentante dell’impresa proponente e controfirmata dal presidente del collegio sindacale o dal revisore unico ovvero, nel caso in cui tali organi sociali non siano presenti, da un professionista iscritto nell’albo dei revisori legali, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali o in quello dei consulenti del lavoro, ovvero dal responsabile del centro di assistenza fiscale. Nel caso di bilancio consolidato, la dichiarazione è altresì sottoscritta dal legale rappresentante e dal presidente del collegio sindacale o da un revisore unico dell’impresa controllante, qualora diversa dal soggetto interessato. Questo requisito non si applica nel caso di organismi di ricerca
  • se il progetto è proposto congiuntamente, il soggetto capofila deve fornire, inoltre, una copia del contratto di rete o di un’altra tipologia di contratto volta a definire una collaborazione, stabile e coerente tra tutti i soggetti proponenti, definito in conformità a quanto previsto dall’articolo 3, comma 2, del decreto 1° luglio 2020
  • full project proposal selezionata nell’ambito delle call EuroHPC 2020
  • comunicazione (notification letter) EuroHPC di valutazione positiva del progetto e relativi allegati (evaluation summary report) degli esiti istruttori

Le domande devono essere inviate in forma esclusivamente telematica all’indirizzo di posta elettronica certificata
dgiai.div07@pec.mise.gov.it entro le ore 24:00 del giorno 8 settembre 2021, completa di tutta la documentazione richiesta pena l’irricevibilità.

I criteri di valutazione e le agevolazioni disponibili

Il Mise, con l’aiuto di un panel di esperti (composto da esperti scientifici iscritti all’Albo degli esperti in innovazione tecnologica istituito dal Ministero nel 2006), analizzerà le domande e gli assegnerà un punteggio valutando:

  • le caratteristiche del soggetto proponente, che verranno stabilite attraverso l’analisi della sua capacità tecnico-organizzativa, la qualità delle collaborazioni con organismi di ricerca e la sua solidità economico-finanziaria
  • la qualità della proposta progettuale, da valutare sulla base dei criteri di eccellenza (con riferimento alla chiarezza e pertinenza degli obiettivi presentati), qualità ed efficienza dei risultati attesi, impatto del progetto, interesse industriale e potenzialità di sviluppo, in riferimento alle potenzialità del progetto di di generare soluzioni tecnologiche in grado di soddisfare i bisogni esistenti e/o di generare nuovi bisogni nei mercati in cui l’impresa opera ed alla capacità di raggiungere gli impatti previsti ai programmi di lavoro previsti dalle Call 2020 EuroHPC, ed eventuali impatti sostanziali non menzionati che rafforzerebbero la capacità di innovazione. Viene, inoltre, valutata la capacità di generare un miglioramento dell’impatto ambientale e sociale e di essere efficace nello sfruttamento e la disseminazione dei risultati del progetto

I progetti devono prevedere spese non inferiori ai 2 milioni di euro e non superiori ai 20 milioni di euro. Nel caso che le risorse stanziate non siano sufficienti a consentire l’acoglimento di tutte le proposte presentate (che rispettino i criteri stabiliti), il Ministero procederà all’assegnazione delle agevolazioni seguendo una graduatoria di merito, che risulterà dal processo di valutazione delle domande. In caso di parità di punteggio tra più progetti, prevale il progetto con il minor costo presentato.

Le agevolazioni sono erogate dal Ministero, sulla base delle richieste avanzate periodicamente dai soggetti beneficiari, in non più di cinque soluzioni, più l’ultima a saldo, in relazione a stati di avanzamento del progetto. Quest’ultimi, devono essere relativi a un periodo temporale pari a un semestre o a un multiplo di semestre, a partire dalla data del decreto di concessione oppure, nel caso in cui il progetto sia avviato successivamente all’adozione del decreto di concessione, a partire dalla data di effettivo avvio delle attività.

La prima erogazione per stato di avanzamento deve essere fatta entro e non oltre i 18 mesi dal decreto di concessione, pena la revoca delle agevolazioni.

La prima erogazione può essere disposta a titolo di anticipazione nel limite massimo del 30% del totale delle agevolazioni concesse, in favore di imprese di ogni dimensione, esclusivamente previa presentazione di fideiussione bancaria o polizza assicurativa che deve essere irrevocabile, incondizionata ed escutibile a prima richiesta, a favore del Ministero, di importo pari alla somma da erogare.

Per ricevere l’ultima erogazione delle agevolazioni, il soggetto beneficiante dovrà presentare, entro tre mesi dalla data di ultimazione del progetto, la relativa richiesta corredata di una relazione tecnica finale.

L’ammontare complessivo delle erogazioni, effettuate a stato avanzamento lavori ovvero a titolo di anticipazione, non può superare il 90% del relativo importo concesso o del relativo importo spettante, se inferiore. Il residuo 10% delle agevolazioni – da sottrarre dall’ultimo stato di avanzamento o, se non sufficiente, anche da quello immediatamente precedente, ovvero dall’anticipazione –  viene erogato a saldo.

Il decreto

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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