Le misure per il Mezzogiorno nel disegno di legge di bilancio

I principali interventi per il Mezzogiorno previsti dalla legge di Bilancio: dai vantaggi fiscali (decontribuzione e credito di imposta), alle risorse per gli ecosistemi dell’innovazione e per la rigenerazione amministrativa

Pubblicato il 23 Nov 2020

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La manovra finanziaria 2021 riserva particolare attenzione al rilancio del Sud dando continuità al Piano Sud 2030 presentato lo scorso febbraio e volto a eliminare il divario tra cittadini e territori e a spezzare l’isolamento di alcune aree del Mezzogiorno. Nel testo del disegno di legge di bilancio si delinea un percorso caratterizzato da elementi di innovazione e di cambiamento per il prossimo decennio ponendo al centro gli investimenti, le infrastrutture e i giovani.

Lo si legge anche dalle parole del Ministro per il Sud e per la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, rilasciate pochi minuti dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla legge di Bilancio: “Se mi avessero detto che in questi mesi difficili, tra la Legge di Bilancio appena varata dal Consiglio dei ministri e quella precedente, avremmo attivato tutte queste misure per dare forza, certezza e continuità al Piano Sud 2030, non ci avrei creduto. La realtà invece è che questo governo ha dimostrato una volta di più che il rilancio del Mezzogiorno è in cima alle sue priorità”.

Il testo della bozza di legge dedica infatti un intero titolo agli strumenti per il sostegno allo sviluppo e all’economia del Mezzogiorno. Si va dalla proroga delle decontribuzioni al credito di imposta fino allo stanziamento di risorse per ecosistemi dell’innovazione e per la rigenerazione amministrativa.

Riportiamo di seguito una sintesi del Titolo IV “Sud e Coesione territoriale” contenente le azioni a sostegno del lavoro, investimenti e innovazione per favorire il perseguimento di obiettivi di sviluppo, coesione e competitività dei territori.

Misure fiscali per il lavoro

Decontribuzione Sud estesa fino al 2029

La riduzione del costo del lavoro al Sud (sgravio dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro) viene estesa fino al 2029; la riduzione è del 30% fino al 2025 (misura già in vigore per l’ultimo trimestre 2020); poi andrà a scalare, al 20% nel 2026-27 e al 10% al 2028-29.

L’incentivo alle assunzioni al Sud si applica a tutti i datori di lavoro del settore privato, ad eccezione del comparto agricolo e del lavoro domestico.

La decontribuzione Sud accompagnerà il rilancio degli investimenti pubblici e privati del Piano Sud 2030 per potenziarne gli effetti sull’occupazione.

Incentivo occupazione giovani potenziato al Sud

L’incentivo nazionale previsto dal disegno di legge di Bilancio per l’assunzione di giovani è potenziato per le Regioni del Mezzogiorno. Le assunzioni di giovani under 36 che avverranno entro il 2022 nelle Regioni del Mezzogiorno beneficeranno, infatti, di uno sgravio contributivo del 100% nel limite di 6 mila euro l’anno per i primi quattro anni (mentre per le restanti Regioni la misura vale per tre anni).

Questo vuol dire che per ogni nuova assunzione effettuata da un’impresa del Mezzogiorno sarà possibile avere uno sgravio contributivo di 24 mila euro totali in quattro anni.

Rilancio degli investimenti privati per rafforzare investimenti e innovazione

Rinnovo del credito d’imposta investimenti Sud

Si estende fino al 2022 il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno (cd. Bonus Sud) con uno stanziamento di oltre 1 miliardo di euro.

La misura, già sperimentata positivamente, viene rafforzata (nel 2020 valeva 657 milioni di euro), con l’obiettivo di incrementare ulteriormente gli investimenti privati delle imprese del Mezzogiorno, anche al fine di colmare il gap di innovazione di processo e di prodotto del sistema industriale meridionale con il Centro-Nord.

Ricordiamo che il bonus è stato introdotto dalla Legge di stabilità 2016 e prorogato dalla Legge di bilancio 2020.

In base alla disciplina vigente, l’incentivo è rivolto alle imprese che acquistano macchinari, impianti e attrezzature varie, destinati a strutture produttive, già esistenti o da costituirsi, in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, Sardegna e nelle zone assistite di Molise e Abruzzo. Più precisamente, l’agevolazione riguarda i beni strumentali nuovi acquisiti, anche in leasing, nell’ambito di un progetto di investimento iniziale, quale: la creazione di un nuovo stabilimento, l’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente, la diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente, un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente.

Attualmente il bonus investimenti Sud prevede un credito d’imposta, per gli acquisti effettuati dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2020, pari a:

  • 45% per le piccole imprese
  • 35% per le medie imprese
  • 25% per le imprese più grandi

Aliquote, che stante la volontà di proroga, dovrebbero essere riconfermate per investimenti fino al 31 dicembre 2022.

Il credito d’imposta è cumulabile con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammessi al beneficio, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento.

Inoltre, il bonus per investimenti nel Mezzogiorno è cumulabile anche con il credito d’imposta beni strumentali, come ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 360 del 16 settembre 2020, a condizione che tale cumulo non porti al superamento del costo sostenuto per l’investimento.

Potenziato e prorogato il credito d’imposta per R&S nel Mezzogiorno

La Manovra 2021 potenzia e proroga per il periodo 2021-2022 il credito d’imposta per gli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo – inclusi i progetti in materia di Covid 19 – nelle regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La misura punta a favorire lo sviluppo tecnologico delle imprese e la domanda di occupazione qualificata del Mezzogiorno

L’incentivo spetta:

  • nella misura del 25% per le grandi imprese che occupano almeno 250 persone, il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro,
  • nella misura pari al 35% per le medie imprese, che occupano almeno 50 persone e realizzano un fatturato annuo di almeno 10 milioni di euro,
  • nella misura del 45% per le piccole imprese che occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro.

Ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno

Per contribuire all’avanzamento tecnologico e allo sviluppo socioeconomico dei territori delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), si promuove la costituzione di ecosistemi dell’innovazione, attraverso la riqualificazione o la creazione di infrastrutture materiali e immateriali per lo svolgimento di attività di formazione, ricerca multidisciplinare e creazione di impresa da condurre in collaborazione con università, enti di ricerca, imprese, pubbliche amministrazioni e organizzazioni del Terzo settore.

Tra le attività di supporto a tali processi a titolo esemplificativo ma non esaustivo:

  • Formazione avanzata, da realizzare con modalità innovative
  • Laboratori di ricerca congiunti con imprese, università ed enti di ricerca.
  • Spin-off, start-up e incubatori di imprese.
  • Reskilling upskilling.

Per la nascita di questi ecosistemi, al MIUR saranno assegnati, a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione per il ciclo di programmazione 2021-2027, 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023. Per il finanziamento degli interventi si potranno utilizzare anche i fondi strutturali europei per il settennato 2021-27, insieme alle risorse del Recovery fund assegnate all’Italia nel contesto delle decisioni assunte dal Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020.

I criteri per il riparto delle risorse, le modalità di accesso al finanziamento e l’ammontare del contributo concedibile saranno definiti con apposito decreto del ministro per l’università e la ricerca, di concerto con il ministro per il Sud

Le altre misure

Oltre a queste misure vengono previste azioni e risorse per favorire investimenti pubblici, quali:

  • stanziamento di 50 miliardi di euro, degli oltre 73 miliardi del Fondo sviluppo coesione della programmazione 2021-27, strumento finanziario nazionale attraverso il quale vengono attuate le politiche per lo sviluppo orientate alla coesione economica, sociale e territoriale e alla rimozione degli squilibri economici e sociali, in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione, che all’80 per cento devono essere spesi nel Mezzogiorno.
  • assunzione di 2.800 giovani entro il 2023 con profili professionali oggi mancanti nella P.A. per riportare nel settore pubblico competenze fin qui esternalizzate che non ha migliorato e anzi indebolito ulteriormente la capacità progettuale e realizzativa delle Amministrazioni sugli investimenti. La rigenerazione amministrativa è uno dei punti nodali del Piano Sud 2030. Dati statistici dimostrano che negli ultimi dieci anni una delle motivazioni della ridotta capacità amministrativa, in particolare delle amministrazioni locali, è il notevole calo dell’occupazione ed il contemporaneo aumento dell’età media dei dipendenti. Il reclutamento avverrà mediante concorsi pubblici, per titoli ed esami, organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica.
  • prosieguo del percorso già intrapreso di rilancio delle aree interne, introducendo importanti semplificazioni nel processo di attuazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne a sostegno della competitività territoriale sostenibile, finalizzata a contrastare, nel medio periodo, il declino demografico che caratterizza le aree interne del Paese, con l’obiettivo di creare nuove possibilità di reddito e di assicurare agli abitanti l’accessibilità ai servizi essenziali (trasporto pubblico locale, istruzione e servizi socio-sanitari) nonché di migliorare la manutenzione del territorio stesso.
  • stanziamento, attraverso il Fondo per i Comuni marginali, di ulteriori 90 milioni di euro in tre anni (che si aggiungono ai 300 milioni già stanziati per le aree interne nella precedente Legge di Bilancio e nei decreti Covid) a sostegno dei comuni marginali così definiti per la dimensione demografica, per il loro grado di perifericità rispetto a contesti territoriali a più elevato sviluppo e per la sofferenza nella locale offerta di servizi materiali e immateriali per cittadini e imprese, per combattere lo spopolamento favorendo il reinsediamento (anche attraverso lo smart working) e il sostegno le attività economiche, artigianali e commerciali.

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Silvia Santoro
Silvia Santoro

Laureata in Giurisprudenza, ho maturato un'esperienza pluriennale e significativa in ambito giuridico legale presso studi professorali e in azienda. Mi occupo inoltre di finanza agevolata e contributi a fondo perduto

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