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Semiconduttori, AI, tecnologie quantistiche e biotecnologie: le quattro tecnologie critiche per la sicurezza economica dell’UE

La Commissione ha individuato le tecnologie critiche per la sicurezza economica dell’UE, invitando gli Stati membri ad agire immediatamente su quattro di queste – semiconduttori, AI, tecnologie quantistiche e biotecnologie – in quanto particolarmente esposte a rischi legati alla sicurezza. I Paesi UE sono quindi invitati ad avviare un dialogo con la Commissione (che coinvolgerà anche il settore privato) per valutare i rischi e individuare le azioni necessarie.

Pubblicato il 04 Ott 2023

sicurezza tecnologica

Semiconduttori, AI, tecnologie quantistiche e biotecnologie: sono queste le quattro aree tecnologiche “critiche” individuate dalla Commissione Europea come ambiti che si ritiene possano presentare i rischi più sensibili e immediati legati alla sicurezza tecnologica all’interno dell’Unione e su cui gli Stati membri devono agire.

L’invito rientra nell’ambito della Strategia europea per la sicurezza economica, strategia che mira a individuare gli ambiti che devono essere maggiormente attenzionati, anche alla luce dei cambiamenti dei rapporti geopolitici, per tutelare la sicurezza dell’economia dell’UE.

Una materia, quella della sicurezza tecnologica, su cui la Commissione sta intervenendo su più fronti. Attraverso il Net Zero Industry Act, ad esempio, ha individuato le tecnologie strategiche per la transizione sostenibile dell’industria e fissato l’obbligo di avere, sempre entro il 2030, almeno il 40% della produzione “in casa”.

Sicurezza economica dell’UE, quali sono i fattori di rischio

La raccomandazione riguarda la valutazione di uno dei quattro tipi di rischio previsti da questo approccio globale, ossia il rischio tecnologico e la fuga di tecnologia. Nella comunicazione, la Commissione ha individuato un elenco di dieci aree tecnologiche critiche, individuate secondo i seguenti criteri:

  • natura abilitante e trasformativa della tecnologia, quindi il potenziale e la rilevanza delle tecnologie nel determinare significativi aumenti di prestazioni ed efficienza e/o cambiamenti radicali per settori, capacità, etc
  • il rischio di fusione civile e militare, ovvero la rilevanza delle tecnologie sia per il settore civile che per quello militare e il loro potenziale di avanzamento in entrambi i settori, nonché il rischio di utilizzo di alcune tecnologie per minare la pace e la sicurezza
  • il rischio che la tecnologia possa essere utilizzata in violazione dei diritti umani, ossia il potenziale uso improprio delle tecnologie in violazione dei diritti umani, compresa la limitazione delle libertà fondamentali

Le quattro tecnologie più esposte a rischi inerenti la sicurezza

Tra le dieci aree tecnologiche critiche, le raccomandazioni identificano quattro aree tecnologiche che sono considerate altamente suscettibili di presentare i rischi più sensibili e immediati legati alla sicurezza e alla fuga di tecnologia:

  • tecnologie avanzate per i semiconduttori (microelettronica, fotonica, chip ad alta frequenza, attrezzature per la produzione di semiconduttori)
  • tecnologie dell’intelligenza artificiale (calcolo ad alte prestazioni, cloud ed edge computing, analisi dei dati, computer vision, elaborazione del linguaggio, riconoscimento degli oggetti)
  • tecnologie quantistiche (calcolo quantistico, crittografia quantistica, comunicazioni quantistiche, rilevamento quantistico e radar)
  • biotecnologie (tecniche di modifica genetica, nuove tecniche genomiche, gene-drive, biologia sintetica)

Alla luce dei risultati dell’analisi, gli Stati membri sono invitati a iniziare un processo di valutazione dei rischi collettivi, congiuntamente alla Commissione, che dovrà concludersi entro fine 2023. Un dialogo che coinvolgerà anche gli stakeholder privati operanti in questi ambiti tecnologici.

Inoltre, la Commissione avvierà un dialogo aperto con gli Stati membri sul calendario e sulla portata appropriati delle ulteriori valutazioni del rischio, tenendo conto tra l’altro del contributo del fattore tempo all’evoluzione dei rischi.

Alla luce dell’esito di tale dialogo, e delle valutazioni collettive effettuate, la Commissione potrà presentare proposte di strumenti aggiuntivi entro la primavera del 2024.

In un secondo momento si passerà alla valutazione dei rischi inerenti le altre sei aree tecnologiche individuate: tecnologie di rilevamento avanzato, tecnologie digitali, tecnologie spaziali, tecnologie energetiche (già oggetto del Net Industry Act), robot e tecnologie dedicate al riciclo.

“Oggi stiamo mantenendo la nostra promessa di ridurre i rischi per l’economia europea, identificando dieci aree tecnologiche critiche per la nostra sicurezza economica, soprattutto per il rischio di fusione civile-militare. Si tratta di un passo importante per la nostra resilienza”, commenta Thierry Breton, Commissario per il mercato interno.

“Dobbiamo monitorare costantemente le nostre tecnologie critiche, valutare la nostra esposizione al rischio e, se e quando necessario, adottare misure per preservare i nostri interessi strategici e la nostra sicurezza. L’Europa si sta adattando alle nuove realtà geopolitiche, ponendo fine all’era dell’ingenuità e agendo come una vera potenza geopolitica”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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