servitizzazione

I dati come quarto fattore produttivo: verso una nuova era industriale basata su software, servizi e sostenibilità

Attraverso la raccolta e l’analisi dei dati le aziende possono sviluppare nuovi servizi in grado di soddisfare i bisogni espressi da un mercato sempre più esigente in termini di personalizzazione e sostenibilità. Questo però richiede l’adozione di un approccio strategico e una ‘cura’ dell’asset di protezione anche sotto il profilo della sicurezza informatica. Temi questi al centro delle riflessioni emerse nel corso dell’Innovation Day 2024 organizzato da IXON a Reggio Emilia.

Pubblicato il 03 Dic 2024

Ixon Point of View
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In un momento storico in cui le transizioni digitale e green si intrecciano sempre più profondamente i dati rappresentano una risorsa fondamentale per permettere ai costruttori di macchine di essere protagonisti sui mercati, abbracciando anche nuovi modelli di business che puntano sui servizi.

La cosiddetta servitizzazione, ovvero il passaggio da un modello basato esclusivamente sulla vendita di prodotti a uno che la integra con la fornitura di servizi, è resa possibile dalla raccolta e dall’analisi dei dati che offrono la possibilità di sviluppare servizi in risposta alle esigenze di personalizzazione e sostenibilità espresse dalle aziende manifatturiere e dai consumatori.

Non mancano però le sfide associate a questa trasformazione: serve intanto un approccio strategico all’utilizzo delle tecnologie, che renda l’uomo protagonista del processo; serve una profonda comprensione del mercato e dei trend che stanno delineando il suo futuro; e serve un serio lavoro di protezione degli asset connessi in un contesto caratterizzato dall’intensificarsi delle minacce informatiche.

Non mancano poi le sfide legate a nuove normative, come il nuovo regolamento macchine, che a partire dall’esigenza di rendere sicuri (nel senso inglese di “safe”) i macchinari oggi abbraccia anche aspetti relativi alla security degli asset industriali.

Questi e altri temi di grande attualità sono stati al centro dell’Innovation Day 2024, evento organizzato da IXON, azienda specializzata in soluzioni per l’accesso remoto e l’IoT a supporto dei costruttori di macchinari, nella splendida cornice di Ruote da Sogno a Reggio Emilia. La giornata ha visto riuniti esperti del settore e costruttori di macchine per un confronto sui temi più attuali e rilevanti del momento.

Un momento di networking nel corso dell'Innovation Day di IXON.

I dati come chiave di lettura di un mercato in trasformazione

Oggi le imprese possono contare su diversi strumenti a supporto degli investimenti necessari a stimolare la transizione digitale e sostenibile, come gli incentivi offerti dai piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0.

Gli investimenti in tecnologie digitali e avanzate, tuttavia, non devono essere motivati dall’utilizzo dell’incentivo, ma dalla consapevolezza che la trasformazione che si intende abilitare rappresenta un percorso graduale e strategico, che si basa sulla raccolta e la condivisione dei dati, in cui il digitale si colloca come aspetto indispensabile e abilitante.

“Il futuro è nei dati”, spiega Marco Taisch, Professore di Digital Manufacturing al Politecnico di Milano e Co-founder di Miraitek.

“L’unico modo per incrementare la produttività oggi è attraverso l’analisi e l’interpretazione dei dati. La vera competitività non risiede più nella velocità delle macchine che utilizziamo nelle nostre fabbriche, ma nella capacità di prendere decisioni strategiche basate sui dati”, aggiunge Taisch.

I dati offrono infatti una “lente” attraverso cui le aziende possono comprendere e adattarsi ai cambiamenti del mercato influenzato sempre di più da cambiamenti normativi, degli scenari geopolitici e dei paradigmi di consumo.

Un esempio lampante di questa evoluzione è rappresentato dalla crescente attenzione dei consumatori moderni verso la sostenibilità. Le generazioni più giovani, fatte da nativi digitali, richiedono trasparenza e basano le loro decisioni su dati concreti, segnando la fine dell’era del greenwashing.

Di conseguenza le aziende devono integrare la sostenibilità nei loro modelli di business, supportando il loro impegno su questo fronte con dati che dimostrino uno sforzo reale e misurabile. Questo è particolarmente rilevante considerando che la sostenibilità non è solo una domanda etica ma è diventata anche una questione geopolitica.

Non va poi trascurato che le generazioni più giovani considerano il digitale come la realtà principale, con un’inversione di prospettiva rispetto alla vecchia mentalità. Le aziende devono quindi adeguarsi comprendendo che il modo in cui i prodotti e i servizi vengono percepiti è influenzato in modo predominante dalle esperienze digitali.

I prodotti del futuro non devono quindi essere solo intelligenti e connessi, ma anche sostenibili e personalizzabili per rispondere a un mercato in cui i consumatori cercano esperienze uniche e su misura.

C’è poi il nuovo assetto delle catene logistiche, catalizzato dalla globalizzazione e dalla necessità di un time-to-market rapido, che spinge le aziende a ottimizzare non solo i processi produttivi ma anche forniture e distribuzione.

In questo contesto l’Internet of Things (IoT) estende la connessione oltre le macchine, coinvolgendo anche le persone attraverso la digitalizzazione dei processi. Questo permette di sfruttare i dati in modo efficace, creando valore e fornendo un vantaggio competitivo.

Marco Taisch, Professore di Digital Manufacturing al Politecnico di Milano e Co-founder di Miraitek.

Creare valore in un mondo sempre più digitale e sostenibile attraverso nuovi modelli di business

A cambiare quindi non sono solo i processi interni, ma anche le relazioni lungo la catena di fornitura.

“Le aziende manifatturiere non operano più come entità isolate all’interno di una singola filiera, ma fanno parte di una rete complessa di ‘filiere di filiere’, inserite in mercati globali interconnessi”, osserva Taisch.

Le imprese devono quindi elevare la loro visione strategica oltre le mura della fabbrica, integrando i loro sistemi con altri e partecipando attivamente a una vasta rete di “sistemi di sistemi”.

“Industria 4.0 non riguarda solo l’ottimizzazione interna delle operazioni aziendali, ma si estende anche all’esterno, abbracciando un nuovo approccio ai modelli di business e ai mercati”, aggiunge il professore.

In questo senso la servitizzazione offre alle aziende la possibilità di differenziarsi dalla concorrenza attraverso una gamma di servizi che aggiungono valore all’offerta complessiva.

Questo paradigma però non può e deve limitarsi unicamente all’offerta di servizi aggiuntivi basati su oggetti fisici. Se questa è una delle forme che la servitizzazione può assumere, un mercato alimentato dai trend sopra citati porta le aziende a ribaltare il tradizionale paradigma produttivo: è per erogare un determinato servizio che si progetta e costruisce l’oggetto fisico ad esso associato.

“Si parla quindi di service design. Qui il processo inizia con la progettazione dei servizi, risalendo poi a monte per sviluppare le macchine, gli impianti e il sistema informativo necessari a supportarli. La servitizzazione, essendo complessa, richiede che i servizi siano segmentati con precisione, analogamente ai prodotti. Non si limita ai modelli ‘pay per use’, ma implica l’elaborazione di una strategia completa che si basi sulle esigenze del mercato e del modello di business, piuttosto che sulla tecnologia”, spiega Taisch.

Uno dei principali ostacoli alla servitizzazione, osserva il professore, risiede nella difficoltà di calcolare la produttività del dato e quindi del valore che i modelli di business basati sui dati, e sui servizi, possono creare. Una difficoltà che non può essere superata senza attribuire davvero al dato l’importanza che ha ormai assunto.

“A mio avviso i dati sono così importanti che andrebbero considerati il quarto fattore produttivo accanto a materie prime, capitale e lavoro. Solo attraverso un’analisi approfondita dei dati è possibile calcolare e migliorare la produttività. Ciò richiede lo sviluppo di competenze specifiche per leggere e interpretare i dati, garantendo che le decisioni aziendali siano guidate da informazioni solide e orientate al futuro”, conclude Taisch.

Da “Human in the Loop” a “Human at the Edge”: come cambia il ruolo dell’uomo nell’innovazione guidata dai dati

Il percorso verso la servitizzazione è lungo e complesso e, come già citato, assume una dimensione diversa per ciascuna azienda, poiché è finalizzato a creare valore all’interno di un contesto specifico.

La ridefinizione dei processi aziendali, cruciale per creare le basi a supporto di questa trasformazione, passa anche per la definizione di un nuovo concetto di innovazione supportata dai dati, che ridefiniscono anche il ruolo dell’uomo nel processo.

L’innovazione nasce da un contesto multifattoriale, sostenuto da due ambienti principali: i fattori di supporto e i fattori abilitanti. I fattori di supporto includono le richieste dei clienti, le normative e la pressione competitiva, che costituiscono lo stimolo esterno per il cambiamento. I fattori abilitanti, invece, comprendono l’uomo, i dati e la ricerca speculativa, spesso generata da università e istituti di ricerca, che forniscono nuove idee e impulsi creativi”, spiega Federico Milan, Digital Innovation Manager di Breton S.p.a.

Questi elementi si integrano in un complesso ecosistema di partnership, composto da network, incubatori di innovazione e cluster, che lavorano insieme per generare nuove prospettive e soluzioni.

“L’innovazione diventa così una prospettiva dinamica che richiede di riconsiderare continuamente i modelli esistenti. Ad esempio, l’innovazione nella manutenzione proattiva si basa sull’analisi dei dati per prevedere e prevenire problemi, trasformando il dato stesso in un servizio”, aggiunge Milan.

Il framework dell’innovazione, dunque, non è rigido, ma parte da un nucleo di valore che si espande per includere ricerca di mercato, struttura dei costi, risorse chiave e partnership. Questi elementi devono interagire in modo coeso per creare un ecosistema che faciliti il raggiungimento degli obiettivi e la generazione di valore.

In questo senso il valore dell’innovazione non sta solo nella creazione di nuovi prodotti, ma nel miglioramento delle operazioni, delle decisioni e delle esperienze dei clienti attraverso un ecosistema guidato dai dati.

Federico Milan, Digital Innovation Manager di Breton S.p.a.
In questo ecosistema dell’innovazione cambia anche il ruolo dell’uomo all’interno dei processi. Con Industria 4.0 si è inserita l’automazione all’interno dei processi per efficientarli, trasformando il ruolo dell’operatore da esecutore a supervisore del processo.

L’interazione uomo-tecnologia è abilitata da punti di ispezione o interfacce inserite lungo il processo che comunicano direttamente con l’operatore umano, che può intervenire per valutare e, se necessario, correggere le operazioni automatizzate. Questo inserimento dell’uomo “in the loop” consente di apportare modifiche basate su intuizioni umane supportate dai dati raccolti dalle tecnologie di automazione.

L’operatore può quindi migliorare il processo, apportando aggiustamenti che ottimizzano l’output finale. L’approccio “Human in the Loop” ha però il limite di inserire il ruolo dell’operatore a “chiusura” di questo cerchio che rappresenta il processo, in un certo senso a processo concluso e non in tempo reale.

Ecco perché, sottolinea Milan, si deve invece passare a una visione di “Human at the Edge”. In questo nuovo paradigma l’interazione umana si sposta accanto al processo, avvicinandosi alle fonti di informazione stessa.

Questo è reso possibile dall’Edge computing, che consente di elaborare i dati in tempo reale vicino alla loro fonte, migliorando la velocità e l’efficacia delle risposte. Qui l’uomo non è più semplicemente un componente del processo decisionale, ma diventa parte integrante di un ecosistema in cui la sua capacità di interpretare e reagire ai dati in tempo reale è cruciale per l’ottimizzazione e la proattività.

Dai dati ai servizi: come le aziende stanno approcciando la servitizzazione

L’Innovation Day ha voluto approfondire con i partecipanti come alcune aziende stanno sfruttando i dati per creare nuove opportunità di business. Dal confronto tra le esperienze di costruttori di macchine e fornitori di tecnologie, è stato possibile approfondire come la raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati possa abilitare la creazione di servizi che creano valore aggiunto per sé stesse e i clienti.

Dalla vendita del prodotto al servizio: come IXON supporta la servitizzazione degli OEM

Se, tradizionalmente, il rapporto tra costruttori di macchine e cliente terminava con la vendita del prodotto, le tecnologie digitali, come piattaforme e sensori IoT, permettono agli OEM di offrire servizi post-vendita che arricchiscono la loro offerta e permettono di mantenere viva la relazione con il cliente anche dopo la vendita.

IXON, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni di connettività avanzate per il settore industriale, supporta i costruttori di macchine nel passaggio dalla vendita di prodotti alla fornitura di servizi post-vendita arricchiti da tecnologie digitali. L’azienda ha sviluppato una piattaforma IoT che consente agli OEM di trasformare i dati delle macchine in valore aggiunto attraverso la connettività remota e l’analisi avanzata.

La piattaforma di IXON si distingue per la sua capacità di offrire accesso remoto sicuro alle macchine industriali tramite gateway Edge. Questa funzionalità è fondamentale per le aziende che desiderano eseguire manutenzioni predittive, riducendo al minimo i tempi di inattività e ottimizzando l’efficienza operativa. L’accesso remoto consente ai tecnici di diagnosticare problemi e apportare modifiche senza la necessità di essere fisicamente presenti, portando ad una significativa riduzione dei costi operativi e miglioramento della reattività ai problemi.

Un’altra caratteristica chiave della piattaforma di IXON è la sua capacità di raccogliere, analizzare e visualizzare i dati operativi delle macchine. Questa raccolta di dati è resa possibile attraverso strumenti di monitoraggio che forniscono una visione continua delle prestazioni delle macchine.

Le aziende possono utilizzare questi dati per generare analisi predittive che aiutano nella pianificazione della manutenzione e nell’ottimizzazione dei processi produttivi.

IXON offre anche un portale cliente, che rende possibile agli utenti accedere facilmente a documentazione tecnica, controllare lo stato attuale della produzione, monitorare la velocità operativa e tracciare l’usura delle componenti. Questo portale è un elemento centrale che migliora la trasparenza delle informazioni e la comunicazione tra i vari stakeholder dell’azienda.

Le opportunità per gli OEM: la servitizzazione per Breton

Attraverso soluzioni IoT i costruttori di macchinari e impianti possono arricchire la propria offerta con dei servizi che aiutano i clienti a trarre il massimo dalle loro macchine e l’OEM a fidelizzare questo rapporto e aprire nuove opportunità di business.

Diverse sono le aziende già posizionate su questo tema: Breton, ad esempio, ha trasformato la manutenzione tradizionale in un servizio proattivo intelligente.

Attraverso l’implementazione di un digital framework avanzato Breton ha convertito un semplice processo in un servizio innovativo. Questo approccio inizia con il monitoraggio degli asset fisici, come l’ambiente operativo, applicando regole di collazionamento dei dati per passare dal dominio fisico a quello virtuale.

I dati acquisiti vengono poi elaborati per trarre vantaggi, trasformando il dominio del dato in quello dell’informazione e utilizzando tali dati per creare nuovo valore, come servizi avanzati e capacità di intelligence.

Il digital framework di Breton integra Edge computing e IoT, incanalando i dati nel cloud e distinguendo tra data lakes, che memorizzano dati grezzi, e data warehouses, che contengono dati strutturati per l’analisi. Questo sistema è diviso in due livelli: il livello di campo (field level), dove si trova la macchina, e il livello di flusso (flow level), che rappresenta il percorso dei dati.

“Creare un servizio di valore richiede di uscire dal dominio fisico della macchina e dell’azienda, sfruttando strumenti come i data warehouses per modellare i dati in informazioni di business, e i data lakes per raccogliere dati grezzi da integrare e analizzare successivamente”, spiega Milan.

Grazie a questo approccio, Breton non solo offre manutenzione predittiva, ma anche una gamma di servizi aggiuntivi, chiudendo efficacemente il ciclo e mantenendo tutte le informazioni raccolte. Un processo che garantisce un miglioramento continuo dei processi aziendali e assicura un vantaggio competitivo duraturo.

Tecnologie, servizi e sostenibilità: la visione di Omnia Technologies

I servizi sono al centro dell’offerta di Omnia Technologies, realtà di rilievo nel design e nella costruzione di soluzioni innovative e sostenibili nei settori del food, beverage e pharma. Con un team di oltre 400 ingegneri e un fatturato di circa 700 milioni di euro, l’azienda vanta una presenza consolidata a livello mondiale, con oltre 30 sedi produttive e 24 uffici commerciali e di servizio.

“Omnia Technologies si distingue per la sua capacità di unire le competenze dei migliori specialisti in tecnologie integrate, offrendo soluzioni chiavi in mano e linee di automazione sostenibili, e per il forte impegno verso la sostenibilità, il rispetto per le persone, l’ambiente e lo sviluppo delle comunità locali”, racconta Lorenzo Merlini, Group CI&DO di Omnia Technologies.

La gamma di prodotti dell’azienda spazia dalla progettazione e produzione di macchinari per l’industria del vino, distillati, birra e bevande, fino al settore farmaceutico e medicale.

“Siamo impegnati costantemente nell’innovazione, sviluppando tecnologie di automazione avanzate che soddisfano le esigenze dei clienti e migliorano l’efficienza operativa”, aggiunge Merlini.

L’azienda ha ampliato la sua offerta integrando una piattaforma IoT per migliorare i servizi e la gestione delle operazioni industriali. La piattaforma IoT di Omnia è progettata per connettere apparecchiature e processi, ottimizzare la produzione e fornire soluzioni avanzate di automazione. Include funzionalità per l’assistenza remota, la realtà aumentata per operazioni e manutenzione e strumenti per la creazione di dashboard personalizzate.

In particolare, la piattaforma IoT di Omnia, basata anche su tecnologia IXON, consente la creazione di applicazioni dedicate sia da parte dei clienti che dei partner, migliorando l’integrazione e l’efficienza. Sono inclusi algoritmi specifici per l’ottimizzazione delle operazioni delle macchine e moduli per l’efficienza energetica, supportando così la sostenibilità delle operazioni.

La piattaforma sfrutta anche lo SCADA integrato per il controllo e la visualizzazione delle linee produttive, garantendo una gestione centralizzata e ottimizzata. L’azienda ha poi integrato soluzioni di cloud-to-cloud sviluppate da partner per aree specifiche, consentendo un’espansione delle capacità senza compromettere la sicurezza o l’affidabilità del sistema.

Lorenzo Merlini, Group CI&DO di Omnia Technologies.

Lo scenario normativo, tra sfide e opportunità

Attraverso queste testimonianze, l’Innovation Day di IXON ha evidenziato come la servitizzazione rappresenti una delle strategie più efficaci per trasformare i dati in servizi di valore aggiunto.

Questa evoluzione è però strettamente legata al rispetto di normative sempre più rigorose, come il Regolamento Macchine (UE) 2023/1230 e gli standard IEC 62443, che dettano le modalità di gestione della sicurezza e della protezione dei dati.

La sfida della safety e della security per i costruttori di macchine

I costruttori di macchine affrontano un panorama complesso e in evoluzione riguardo alla sicurezza funzionale (safety) e alla sicurezza informatica (security).

Con l’entrata in vigore del Regolamento Macchine (UE) 2023/1230, le aziende devono adeguarsi a requisiti sempre più stringenti per garantire la protezione integrale dei loro sistemi.

“Anche se gli obblighi posti a carico dei costruttori non sono sempre chiarissimi, gli OEM possono trovare un faro-guida nello standard IEC 62443”, spiega Gabriele Galli, Solution Engineer di IXON.

Lo spirito delle nuove normative è proteggere sia l’hardware che il software da alterazioni accidentali o intenzionali, un requisito cruciale per prevenire situazioni pericolose e garantire l’affidabilità operativa.

La protezione dei dati e la tracciabilità diventano quindi elementi essenziali. Le macchine devono essere in grado di registrare e monitorare qualsiasi intervento o modifica software per un periodo di cinque anni, garantendo così che tutte le modifiche siano tracciabili e verificabili.

In questo senso i costruttori devono implementare misure di cybersecurity avanzate, come la verifica dell’integrità del software, l’uso di firme digitali, la gestione degli accessi basata su ruoli e l’autenticazione a due fattori.

“L’integrazione della cybersecurity nella progettazione e manutenzione delle macchine non è più un’opzione, ma una necessità”, osserva Galli.

“Il Regolamento Macchine (UE) 2023/1230 e gli standard IEC 62443 richiedono ai costruttori di implementare misure avanzate che includano il controllo degli accessi, la tracciabilità e la risposta agli eventi per garantire che le macchine siano non solo sicure, ma anche resilienti a minacce avanzate”.

Transizione 5.0: un’opportunità per l’innovazione industriale

Ma le normative offrono anche opportunità di innovazione per le aziende che vogliono integrare tecnologie avanzate nei propri processi. È il caso del piano Transizione 5.0, che si presenta come un catalizzatore per promuovere la digitalizzazione e l’efficienza operativa, ampliando le capacità delle imprese di implementare strategie di servitizzazione e di sicurezza avanzata.

Con una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro, questa normativa mira a promuovere la transizione digitale ed energetica delle imprese tramite la concessione di crediti d’imposta.

“Transizione 5.0 non solo potenzia le capacità produttive e competitive delle imprese, ma contribuisce anche a creare un ecosistema industriale più sostenibile e innovativo”, spiega Fabio Massimo Marchetti, Vicepresidente di ANIE Automazione.

Fabio Massimo Marchetti, Vicepresidente di ANIE Automazione.
Un ecosistema che pone l’uomo al centro, in linea con i principi di Industria 5.0. La formazione delle risorse umane è infatti centrale per garantire che il personale sia adeguatamente preparato ad affrontare le sfide del cambiamento, promuovendo l’adozione di soluzioni innovative che migliorino l’efficacia e l’efficienza operativa.

Questo approccio strategico, rispetto a quello tattico del precedente piano Industria 4.0, consente alle imprese di trasformare la sostenibilità in un vantaggio competitivo e di migliorare il proprio posizionamento competitivo.

“Transizione 5.0 non è soltanto un incentivo economico, ma un invito a ripensare i modelli produttivi in chiave sostenibile e digitale. È l’occasione per le imprese di ridefinire il proprio posizionamento competitivo attraverso l’innovazione strategica e l’adozione di tecnologie all’avanguardia”, conclude Marchetti.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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