Intelligenza artificiale, ecco la strategia italiana in nove punti (e potete dire la vostra)

Terminato il lavoro degli esperti e dei tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico per l’elaborazione di una strategia nazionale per l’intelligenza artificiale: sul sito del Ministero sono stati pubblicati due documenti che tutti possono leggere e commentare fino al 13 settembre. Ecco quali sono i nove obiettivi e i sette settori su cui l’Italia ha deciso di puntare.

Pubblicato il 20 Ago 2019

IntelligenzaArtificiale

Incrementare gli investimenti pubblici e privati, potenziare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione, rafforzare l’offerta educativa, sfruttare il potenziale dell’economia dei dati, consolidare il quadro normativo ed etico, favorire la cooperazione europea e internazionale. Sono alcune delle linee di azione alla base della Strategia italiana per l’Intelligenza artificiale contenuta in un nuovo documento di 17 pagine accessibile a tutti sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

Il contesto europeo

Per comprendere come nasce l’iniziativa occorre tornare all’aprile 2018, quando, in occasione del Digital Day, 25 Stati europei hanno firmato una dichiarazione di cooperazione per l’Intelligenza artificiale.

Parallelamente la Commissione europea ha pubblicato la strategia europea per l’Intelligenza Artificiale in un documento dal titolo “L’intelligenza artificiale per l’Europa” e successivamente un Piano coordinato sull’intelligenza artificiale. Sempre la Commissione ha poi  istituito un Gruppo di esperti di alto livello con il compito di definire gli orientamenti etici e le politiche di investimento sull’Intelligenza Artificiale in Europa.

Nel Piano coordinato europeo tutti gli Stati membri sono stati invitati a sviluppare le loro strategie nazionali per l’IA, delineando i livelli di investimento e le misure di attuazione.

Il lavoro degli esperti

E qui inizia l’azione dell’Italia che, a fine 2018, ha costituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico un gruppo di lavoro a cui sono stati chiamati a partecipare 30 esperti provenienti dal mondo della ricerca, dell’industria e della società civile.

I trenta, tra gennaio e giugno 2019, hanno elaborato un documento di Proposte per una strategia italiana per l‘intelligenza artificiale. Da queste proposte il Ministero ha sintetizzato la Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale che è stata inviata agli altri ministeri interessati per le opportune valutazioni.

Lo scorso mese vi abbiamo presentato un’anteprima del documento elaborato dal gruppo.

Due documenti al vaglio dei cittadini

I due documenti – la Strategia in nove punti del Ministero e il documento elaborato dagli esperti – sono ora in fase di consultazione pubblica. Tutti, cioè, possono leggerli (li trovate qui) e commentarli, anche se in soli 300 caratteri (sic!).

Al termine del periodo di consultazione pubblica, che finirà il 13 settembre 2019, l’Italia potrà ufficialmente varare il documento finale, che servirà a orientare le scelte di politica economica del Paese e a rappresentare la nostra posizione nel consesso europeo, dove verrà elaborata una posizione comune.

“Il Governo Italiano è impegnato nella definizione di piani strategici per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie digitali che, una volta attuati, porteranno ad una maggiore digitalizzazione delle imprese e della pubblica amministrazione e ad un conseguente guadagno in termini di competitività per il nostro Paese”, ha commentato il Sottosegretario di Stato Andrea Cioffi. “L’Intelligenza Artificiale è ritenuta, sia dal Governo Italiano che dall’Unione Europea, una delle tecnologie chiave per una nuova rivoluzione industriale guidata dalla transizione digitale. Per questo l’Italia si è impegnata ad elaborare una Strategia nazionale per l’IA, inserita nel quadro del Piano Coordinato Europeo sull’IA, che costituisce il contributo italiano ad un’azione sinergica tra i paesi membri dell’Unione europea. Gli obiettivi che si pone la nostra strategia nazionale sono ambiziosi e possono essere raggiunti grazie al grande potenziale di innovazione che ha l’Italia, oltre all’originalità del Made in Italy riconosciuta in tutto il mondo”.

La strategia: nove obiettivi e sette settori

La Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale è composta da un capitolo iniziale, intitolato Visione ed obiettivi, e da una serie di brevi capitoli che espongono sinteticamente i nove obiettivi che la strategia si propone di raggiungere:

  1. incrementare gli investimenti, pubblici e privati, nell’IA e nelle tecnologie correlate;
  2. potenziare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione nel campo dell’Intelligenza Artificiale;
  3. sostenere l’adozione delle tecnologie digitali basate sull’IA;
  4. rafforzare l’offerta educativa a ogni livello, per portare l’IA al servizio della forza lavoro;
  5. sfruttare il potenziale dell’economia dei dati, vero e proprio carburante per l’IA;
  6. consolidare il quadro normativo ed etico che regola lo sviluppo dell’IA;
  7. promuovere la consapevolezza e la fiducia nell’IA tra i cittadini;
  8. rilanciare la pubblica amministrazione e rendere più efficienti le politiche pubbliche;
  9. favorire la cooperazione europea ed internazionale per un’IA responsabile e inclusiva.

Sono inoltre stati definiti sette settori chiave cui verrà data massima priorità nell’allocazione delle risorse:

  1. industria e manifattura
  2. agroalimentare
  3. turismo e cultura
  4. infrastrutture e reti energetiche
  5. salute e previdenza sociale
  6. città e mobilità intelligenti
  7. pubblica amministrazione

Incrementare gli investimenti

Per sostenere la ricerca e l’innovazione sull’IA e la sua adozione saranno attuati dei programmi di cofinanziamento e partnership pubblico-private al fine di aumentare gli investimenti privati in questo settore, prevedendone almeno il raddoppio entro l’anno 2022.

“Considerando le diverse forme di intervento che il Governo metterà in campo, l’investimento pubblico complessivo entro l’anno 2025 ammonterà a circa 1 miliardo di euro“, si legge nel documento. “Questo stanziamento dovrebbe esercitare un effetto di leva di pari ordine sugli investimenti privati, tale da raggiungere un volume complessivo di almeno 2 miliardi di euro“.

Potenziare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione

Tra le misure previste per incrementare la presenza di esperti in IA sul territorio nazionale, il Governo sosterrà la formazione e la ricerca accademica e industriale in questo campo, finanziando l’assunzione di professori e ricercatori nelle università e nei centri di ricerca, nonché master realizzati da imprese in collaborazione con le università e programmi di dottorato industriale.

Sostenere l’adozione delle tecnologie digitali basate sull’IA

Secondo il Governo, “il supporto all’innovazione aperta delle PMI favorirà la transizione digitale del tessuto produttivo italiano, stimolando la domanda e l’assunzione di personale qualificato e di esperti in IA. Allo stesso tempo, la crescente richiesta di soluzioni di IA da parte delle imprese favorirà la nascita di nuove startup e PMI innovative e una maggiore diffusione dell’IA in tutto il territorio nazionale”.

Oltre a promuovere l’istituzione di centri di eccellenza nel campo dell’IA, il Governo italiano ambisce a creare una rete nazionale per lo sviluppo e la diffusione dell’IA, più in generale delle tecnologie digitali, in modo da mettere a sistema i vari centri.

Centrali saranno le attività dei Competence Center, dei 12 Cluster Tecnologici, tra cui quello dedicato alla Fabbrica Intelligente, e dei Digital Innovation Hub.

“La rete nazionale per l’IA sarà interregionale, e permetterà ai territori di scambiarsi la conoscenza e le competenze per rimanere al passo dell’innovazione dell’IA, favorire l’adozione di queste tecnologie da parte delle PMI, e quindi ridurre il divario nell’innovazione, nello sviluppo e nella competitività delle imprese tra Nord e Sud”.

Rafforzare l’offerta educativa per portare l’IA al servizio della forza lavoro

Il Governo si impegna sia sul versante dell’educazione, da quella primaria a quella terziaria, sia su quella della formazione di chi è già nel mondo del lavoro.

“Affinché l’interazione uomo-macchina intelligente produca effetti positivi sulla qualità del lavoro, sarà fondamentale che i lavoratori siano informati sulle reali potenzialità delle IA che utilizzeranno, e che siano formati per l’utilizzo di queste tecnologie. Il Governo supporterà le aziende sia per la formazione continua dei lavoratori (upskilling), sia per l’aggiornamento in caso di riassegnazione delle risorse umane ad altre mansioni (re-skilling). In questo modo la forza lavoro e il management potranno mantenere alto il livello qualitativo delle loro attività”.

Sfruttare il potenziale dell’economia dei dati

Il Governo “sta vagliando le possibili soluzioni per migliorare l’interoperabilità e l’accessibilità dei dati della Pubblica Amministrazione” e si impegna a promuovere “lo sviluppo dei Data Sharing Agreement, ossia contratti standard in cui le parti si impegnano reciprocamente a gestire secondo regole condivise la fornitura e la gestione dei dati” nonché a “valutare, in collaborazione con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e con il Garante per la Protezione dei Dati Personali, l’introduzione di obblighi di condivisione dei dati in determinati settori strategici e ad alto potenziale di interesse collettivo”.

Consolidare il quadro normativo ed etico

Aspetti normativi ed etici sono dei presupposti fondamentali per una Intelligenza Artificiale che sia al servizio dell’uomo.

“La costante interazione uomo-macchina intelligente richiede un aggiornamento del quadro normativo per assicurare che la progettazione dei sistemi di IA sia improntata a principi di affidabilità”, si legge nel documento. Ad esempio la Direttiva Macchine “rappresenta un caso di legislazione europea suscettibile di aggiornamento, e il nostro Paese intende farsi parte attiva in tal senso per giungere a una nuova direttiva europea per le macchine intelligenti“.

Per gli aspetti etici “è ferma volontà del Governo prevenire ogni forma di IA che possa inasprire le ineguaglianze sociali ed essere dannosa per le categorie più svantaggiate: a questo proposito, si contempla la possibilità di codificare, promuovere e monitorare nuove forme di certificazione che consentano di verificare il pieno allineamento dei sistemi di IA con i principi di affabilità sanciti dalle Linee guida europee per un’IA etica”.

Promuovere la consapevolezza e la fiducia tra i cittadini

Per diffondere una cultura informata su questi temi ” il Governo intende affidare alla concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale la produzione di programmi di approfondimento sull’IA che affrontino l’argomento sia dal punto di vista tecnologico che del cambiamento culturale e socio-economico”.

Per affrontare i temi della sicurezza informatica e dei cosiddetti deepfake “intende promuovere lo sviluppo e l’utilizzo di piattaforme di e-learning con corsi dedicati”.

Rilanciare la PA e rendere più efficienti le politiche pubbliche

Tra i settori della pubblica amministrazione che potranno trarre benefici dall’Intelligenza Artificiale vengono citati “la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, la lotta ai crimini sul web, il contrasto ai cyberattacchi generati dalle IA, il furto di informazioni personali e dati sensibili, e la lotta alle mafie e al terrorismo”.

Il Governo inoltre avvierà una cabina di regia “a geometria variabile” inter-ministeriale e multi-stakeholder per affrontare in modo flessibile le diverse dimensioni tematiche – educativa, infrastrutturale, industriale, regolativa etc. – e di governance proprie al fenomeno multidisciplinare dell’IA.

Favorire la cooperazione internazionale per un’IA responsabile e inclusiva

In quest’ultimo capitolo si sottolinea come il piano strategico italiano rappresenti un “contributo al Piano Coordinato Europeo per l’Intelligenza
Artificiale. Il Governo italiano è determinato a favorire un’azione sinergica dei paesi dell’Unione Europea affinché l’UE possa fronteggiare e superare la concorrenza di Stati Uniti e Cina“.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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