Il ministro Patuanelli: “Riaperture su base regionale e indennizzi a fondo perduto per chi è stato danneggiato”

Il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha detto che bisognerà garantire a tutte le imprese la disponibilità di dispositivi di protezione individuali, ragionando su riaperture su base regionale, e dare indennizzi a fondo perduto alle aziende in difficoltà. E al Presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi che chiede lo sblocco dei pagamenti arretrati della Pubblica Amministrazione dice di sì: “I ritardi dei pagamenti della PA sono uno scandalo”.

Pubblicato il 20 Apr 2020

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Il Governo sta valutando una riapertura delle attività produttive su base regionale, in base all’andamento dell’epidemia, e metterà le imprese nelle condizioni  di operare in sicurezza. Sta inoltre mettendo a punto, con il prossimo Decreto Aprile, degli indennizzi a fondo perduto per le aziende in difficoltà per la crisi economica causata dall’emergenza Covid-19. “Stiamo vivendo un momento di grande complessità a causa della crisi sanitaria. Ma è anche un momento drammatico per la nostra economia: molte nostre imprese che non possono lavorare. È quindi evidente che dobbiamo dare certezze al tessuto produttivo. Stiamo affrontando un problema molto complesso, che non ha soluzioni semplici”. A parlare è il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, ospite domenica sera della trasmissione Che tempo che fa insieme al Presidente di Assolombarda e Presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi, che lo ha incalzato chiedendo lo sblocco dei pagamenti arretrati della Pubblica Amministrazione: “uno scandalo” anche secondo il ministro, che si è impegnato a fare tutto il possibile per risolvere il problema.

Possibile riapertura su base regionale

La riapertura delle attività produttive potrebbe avvenire su base regionale, partendo dalle zone in cui i contagi sono meno numerosi. È quanto ha lasciato intendere Patuanelli, che ha ricordato che, nei settori non coinvolti dal lockdown, “il proseguimento dell’attività produttiva non ha generato nuovi contagi”.

L’allentamento delle misure restrittive per le imprese (che, secondo il DPCM 10 aprile,  al momento scadono il prossimo 3 maggio) potrebbe quindi essere legato alla zona geografica e non solo al settore produttivo, criterio che attualmente ha fatto da discriminante per decidere chi potesse rimanere aperto e chi no, secondo la logica dei codici Ateco. Nelle regioni in cui il numero di contagi è più basso, ha detto Patuanelli, “sarebbe più facile verificare la catena dei contatti in caso di nuovi positivi, e quindi garantire la quarantena a queste persone”.

Si tratta di un ragionamento allo studio del comitato tecnico scientifico, che sta supportando il Governo nelle decisioni politiche durante l’emergenza, e della task force guidata da Vittorio Colao, incaricata di pianificare la riapertura delle attività produttive in Italia. Un gruppo di lavoro in cui però non sono stati inseriti imprenditori: una scelta che ha deluso gli industriali.

“Dato che si parla di imprese e di ripresa delle attività, ci avrebbe fatto piacere che almeno un imprenditore facesse parte di questa task force”, ha detto Bonomi, che ha anche ricordato come la data della riapertura debba essere legata al modello che si dovrà adottare per allentare le misure restrittive. “Siamo in ritardo, perché il 4 maggio è dietro l’angolo”, ha aggiunto. “Noi ci siamo messi a disposizione, avevamo voglia di collaborare. Spero che la voce delle imprese venga ascoltata”.

“Dobbiamo arrivare a proporre nelle prossime settimane delle riaperture mirate delle nostre attività produttive”, ha aggiunto Patuanelli. “Il problema sanitario è evidente, ma anche il tema economico può portare in futuro a problemi di salute pubblica e sociale”, causati da “un tessuto produttivo morente”.

Il Ministro ha assicurato inoltre che lo Stato non si limiterà a fare da mero controllore delle misure di sicurezza che gli imprenditori attueranno all’interno delle proprie aziende. “Bisogna dotare le imprese di mascherine, guanti, termoscanner, tracciamento dei percorsi”, ha detto. “Dobbiamo mettere gli imprenditori nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza. C’è stato un momento in cui sembrava quasi che gli imprenditori fossero gli untori, che dovessero rimanere chiusi per garantire la sicurezza dei dipendenti. Non è così, ed è lo Stato a dover accompagnare l’imprenditore in questo percorso”.

Indennizzi a fondo perduto per dare liquidità alle imprese

Il secondo tema al centro del dibattito è stato quello della liquidità necessaria alle imprese che, in assenza di entrate, devono comunque far fronte alle numerose spese. Per il momento il Governo ha risposto a questa esigenza con alcune misure (prima attraverso il Decreto Cura Italia, poi con il Decreto Liquidità), come l’estensione della Cassa Integrazione in Deroga o il sistema di garanzie statali sui prestiti alle aziende.

In vista del prossimo provvedimento (il cosiddetto Decreto Aprile), il Governo starebbe lavorando a un sistema di indennizzi a fondo perduto per le aziende maggiormente in difficoltà.

“Le aziende che hanno subito perdite di fatturato avranno indennizzi a fondo perduto. A questo obiettivo sto lavorando con il Governo per il Decreto Aprile”, ha detto Patuanelli. “Nella prima fase abbiamo pensato a dare liquidità immediata alle imprese, ora lavoriamo ad una misura che preveda un ristoro diretto: la combinazione delle due norme ci consentirà di traguardare questo momento difficile in vista della fase 2”.

“Si tratta di un decreto che avrà come base di partenza un importo doppio o addirittura triplo dei 25 miliardi di euro già messi a disposizione con i provvedimenti precedenti”, ha spiegato il ministro Patuanelli. Si parla infatti di una manovra da circa 70 miliardi. “Il cuore centrale saranno proprio gli indennizzi: ci sono settori che non possono vivere soltanto con il credito, ma devono ricevere un ristoro per il grande danno economico subito a causa di questi mesi di fermo attività. Penso ad esempio al turismo”.

Per il Presidente designato di Confindustria le imprese hanno bisogno di un “bazooka di liquidità” per far fronte a una vera e propria “economia di guerra”. Un’esigenza a cui, secondo Bonomi, si deve rispondere anche con l’aiuto dell’Europa “laddove ci siano le condizioni per avere i soldi”, senza “farne una questione di bandiere di partito”. Il riferimento è al Mes, su cui è in corso una trattativa tra i Paesi membri dell’Unione Europea che, secondo Patuanelli, “si chiuderà nel miglior modo possibile” e l’Italia avrà “tutti gli strumenti per affrontare la crisi”.

Un’altra richiesta avanzata da Bonomi al Ministro dello Sviluppo Economico è il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese private, anche attraverso la possibilità di compensare i crediti verso lo Stato con i debiti delle aziende: un tema “che non può più essere rinviato” e che trova d’accordo lo stesso Patuanelli. “Credo che sia uno scandalo il fatto che la Pubblica Amministrazione abbia un ritardo così grave nel pagamento degli imprenditori che hanno un credito”, ha dichiarato il Ministro. “È giustissimo parlare di compensazione diretta. Ci stiamo lavorando ed è un tema che conosco e che ha la nostra grande attenzione”. Patuanelli ha giudicato “giusto e fattibile” inserire nel prossimo decreto una misura che vada in questa direzione.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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