Ecco come dovrà essere l’Intelligenza artificiale per fare breccia (anche) nelle PMI

Se tutti concordano sul fatto che l’intelligenza artificiale può essere un importante vettore di crescita ed è un investimento strategico per le imprese, c’è chi è convinto che si tratti di applicazioni utili e applicabili soprattutto dalle grandi aziende. Per diffondersi nelle PMI l’intelligenza artificiale deve dimostrare di essere semplice da usare e conveniente.

Pubblicato il 27 Mag 2021

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Semplice e conveniente. Facile da utilizzare – per dirla all’inglese ‘User friendly’ – e vantaggiosa in termini di costi, sia complessivi sia per la sua implementazione. Ecco come dovrà essere l’Intelligenza artificiale (IA) per fare breccia nelle PMI italiane, e non solo all’interno delle grandi aziende e multinazionali.

Sì, perché oggi l’Artificial intelligence molto spesso semplice e conveniente ancora non lo è. “Tutte le innovazioni, tra cui l’AI, devono essere così semplici e fruibili su ampia scala, senza avere delle competenze super-specialistiche, in modo da non rappresentare più una barriera al loro utilizzo”, rimarca Andrea Marangione, vice presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria.

Come è noto, le PMI hanno spesso meno risorse – sia finanziarie sia di capitale umano – da investire (anche) in nuove tecnologie e innovazione, per cui il messaggio e l’obiettivo che arrivano dagli imprenditori e dalle aziende sono chiari: le soluzioni e applicazioni di Intelligenza artificiale devono essere “qualcosa che semplifica un processo produttivo, o che fa spendere meno soldi”, taglia corto Marangione.

Sono alcune delle indicazioni – e delle necessità da parte delle imprese – emerse nel corso del workshop online intitolato ‘Perché l’Intelligenza artificiale non è solo per le grandi aziende: la partita delle PMI’. Terzo appuntamento del ciclo di incontri organizzato dalla Fondazione Cotec – che promuove la cultura dell’innovazione in Italia – su ‘Intelligenza Artificiale: opportunità e sfide per imparare a utilizzarla’.

Il ciclo di incontri fa parte di un più ampio progetto avviato nel dicembre scorso, con il lancio del corso di formazione online ‘Elements of AI – Elementi di Intelligenza Artificiale’, coordinato dalla Fondazione Cotec e realizzato con la partnership dell’Università Roma Tre e il supporto, nell’ambito dell’iniziativa Repubblica Digitale, del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri. “L’obiettivo è diffondere una cultura dell’innovazione che promuova l’utilizzo delle tecnologie IA, approfondendone ed evidenziandone potenzialità e vantaggi per le imprese e nella vita di tutti i giorni”, sottolinea Paolo Di Bartolomei, direttore generale della Fondazione Cotec.

Che fa notare: “in ogni settore produttivo si trovano applicazioni estremamente interessanti delle nuove tecnologie di IA che, ormai, anche grazie all’impulso di Industria 4.0, pervadono il mondo imprenditoriale a tutti i livelli, influenzando sempre di più la vita delle imprese”. Ma, nonostante il processo di diffusione di queste nuove tecnologie stia procedendo costantemente, “da più parti ancora esiste la convinzione che si tratti di applicazioni utili e applicabili soprattutto dalle grandi aziende e di difficile utilizzabilità da parte delle PMI”, rileva il direttore generale della Fondazione Cotec.

Occorre quindi semplificare, abbassare i costi, e “fare opera di sensibilizzazione tra imprenditori, dirigenti e PMI”, osserva Paola Generali, presidente di EDI Confcommercio, “è importante dare dimostrazioni concrete di ciò che le soluzioni di AI posso fare e realizzare”. Un punto sul quale insiste anche Marco Muselli, fondatore e amministratore delegato in Rulex: “contano innanzitutto le applicazioni pratiche, far capire i vantaggi e benefici che ne possono derivare. Bisogna far capire alle PMI a cosa serve quella tecnologia, che benefici può portare”.

Anche secondo Mirko Lalli, fondatore e amministratore delegato in The Data Appeal Company & Travel Appeal, “i tecnici e gli specialisti dell’AI devono farsi carico della sua complessità, in modo da dare all’utente finale – cioè anche le PMI di ogni settore – soluzioni semplici da applicare e utilizzare per le proprie attività”.

E osserva: “a cominciare da chi fa attività logistica e da chi fa automazione, anche le PMI potrebbero ottenere un beneficio enorme dall’uso e dallo sviluppo dell’AI, ad esempio per rendere più efficienti i costi di trasporto, e i costi operativi più in generale”.

L’Intelligenza artificiale come leva strategica per crescere

L’Intelligenza artificiale “è una leva strategica per la crescita delle aziende”, sottolinea Marangione, “ma come rileva una recente analisi di scenario di Accenture, mentre l’88% dei manager italiani ritiene che fare leva sull’AI porti a nuova crescita e sia un investimento strategico, allo stesso tempo il 77% degli stessi ammette difficoltà a inserire l’Artificial intelligence nella propria azienda”.

Ciò accade, spiega il vice presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, perché per sviluppare in maniera adeguata l’Intelligenza artificiale nelle PMI “sono necessarie capacità manageriali, organizzative, e di investimento. In diversi casi, ancora oggi, persiste una certa miopia nel comprendere il vero valore dell’Ai e dei dati, che la fanno funzionare. E questo avviene per la poca conoscenza di queste risorse all’interno del mondo delle PMI”.

Fornitori e PMI devono lavorare insieme per sviluppare l’AI

E il giovane imprenditore, per fare un esempio pratico, aggiunge: “Molte volte, lo studio di applicazione dell’AI all’interno dell’impresa viene delegato dal manager al responsabile IT, ma per comprendere appieno risorse, potenzialità e opportunità offerte da queste tecnologie, nella singola azienda, e per la sua specifica attività, il coinvolgimento degli imprenditori e del Top management dovrebbe essere diretto, seguendo e guidando il processo di innovazione”.

C’è poi un ulteriore passo da compiere, per sviluppare le tecnologie di Intelligenza artificiale anche all’interno delle PMI, secondo i partecipanti al workshop online organizzato dalla Fondazione Cotec: “È anche importante favorire l’incontro tra domanda e offerta”, sottolinea Andrea Cosentini, Chief Data Officer del Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Che auspica: “I fornitori e sviluppatori di tecnologie AI devono ‘ascoltare’ la domanda e il mercato, lavorando insieme allo sviluppo delle tecnologie, e calibrando in questo modo, secondo le reali necessità e aspettative del mercato aziendale, le attività di ricerca e sviluppo sull’Intelligenza artificiale”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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