Digital Europe, che cos’è e come funziona il programma per la trasformazione digitale dell’Unione Europea

Concepito prima della pandemia, ma passato in secondo piano per l’arrivo del Next Generation EU, il Digital Europe Programme è un programma che dispone di ben 7,5 miliardi per promuovere lo sviluppo del Digitale in Europa e rafforzare l’autonomia dell’UE in cinque ambiti di intervento strategici: tre tecnologie, ossia High performance computing, Intelligenza Artificiale e Cyber security; le digital skills; e infine la promozione di best practice sull’utilizzo delle tecnologie strategiche. Obiettivi, ambiti di intervento, opportunità per le imprese e timeline dei progetti.

Pubblicato il 17 Dic 2021

digital europe

Portare i servizi digitali alle pubbliche amministrazioni, ai cittadini e alle imprese dell’Unione Europea: è questo lo scopo di Digital Europe, il programma di finanziamento UE per favorire la trasformazione digitale dell’Unione.

Si tratta di un programma da 7,5 miliardi di euro che punta a rafforzare l’autonomia dell’Unione in cinque ambiti di intervento che l’UE considera strategici: tre tecnologie, ossia high performance computing, Intelligenza Artificiale, cyber security; le digital skill, e più nello specifico la costruzione delle tecnologie avanzate necessarie per l’indipendenza dell’Unione in questi ambiti; e, infine la promozione di best practice sull’utilizzo delle tecnologie strategiche.

Un programma molto vasto e articolato che, come vedremo più avanti, si intreccia con altri programmi europei volti a promuovere l’innovazione digitale all’interno dell’Unione. Proprio per la sua complessità, Digital Europe non è tra i programmi di investimento più conosciuti, anche se al suo interno sono numerose le opportunità di partecipazione e finanziamento per le imprese europee.

Gli obiettivi che l’UE intende raggiungere con questo programma, infatti, richiedono risorse ingenti. Risorse che l’Unione non potrebbe movimentare solamente con investimenti pubblici. Ecco perché Digital Europe promuove strategie di sviluppo delle tecnologie chiave attraverso strumenti volti a movimentare investimenti privati.

Che cos’è Digital Europe Programme

L’obiettivo del programma è, appunto, quello di favorire la trasformazione digitale dell’Unione Europea e di competere, in ambiti che la Commissione reputa strategici, con altri Paesi che sono in una situazione più avanzata dell’UE, come Stati Uniti e Cina.

Il programma si inserisce in una più ampia strategia europea di trasformazione digitale ed è complementare ad altri strumenti messi a disposizione dalla Commissione (sia a livello europeo, che regionale e nazionale) per raggiungere gli obiettivi strategici:

  • Horizon Europe il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027
  • il programma CEF (Connecting Europe Facility), che si occupa di promuovere investimenti nelle infrastrutture strategiche, come banda larga e 5G
  • Creative Europe, il programma dedicato all’industria creativa e ai media
  • EU4Health, il programma di investimenti per la digitalizzazione del settore sanitario
  • la politica di coesione dell’Unione Europea, in riferimento agli obiettivi di sviluppo della rete di connettività (per ridurre le disuguaglianze tra i Paesi membri), di sostegno alle imprese e di sviluppo delle competenze digitali
  • la strategia di trasformazione digitale del settore agricolo, che punta a sfruttare i Big Data per la politica agricola comune (CAP)
  • gli strumenti del Recovery and Resilient Facility (RRF), lo strumento europeo che mette a disposizione un totale di 723,8 miliardi di euro per la ripresa degli Stati membri dopo la pandemia
  • InvestEU, lo strumento di finanziamento per stimolare gli investimenti europei

Il quadro di riferimento è il MFF (Multiannual Financial Framework), ossia il bilancio pluriennale dell’UE, che delinea le strategie e le risorse disponibili per il periodo 2021-2027.

Come nasce il programma

Il programma, che è entrato nel vivo lo scorso 17 novembre con l’apertura della prima call, è il risultato di oltre due anni anni di lavoro. La prima fase di definizione, infatti, si è conclusa nel luglio del 2019, quando il testo venne reso disponibile per una consultazione pubblica, terminata ad ottobre 2019.

Così come prevede l’iter legislativo europeo, prima di essere approvato il programma è dovuto passare per i due round di approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento europeo.

La prima si era conclusa nel dicembre del 2020 con un accordo politico stretto tra Consiglio e Parlamento che aveva portato alla riduzione delle risorse stanziate dal programma, dai 9,2 miliardi di euro iniziali agli attuali 7,5.  L’approvazione finale giunse qualche mese dopo, nel marzo 2021, con il voto favorevole da parte del Consiglio.

I settori strategici e le risorse

Il Digital Europe Programme punta a promuovere l’indipendenza digitale dell’Unione in tre tecnologie strategiche: Intelligenza Artificiale, Cybersecurity e High Performance Computing.

A queste si aggiunge un quarto ambito di intervento che riguarda le competenze digitali avanzate necessarie per raggiungere gli obiettivi europei di digitalizzazione e per promuovere la competitività delle imprese (secondo i dati della Commissione, sono circa 400.000 le vacancies che le aziende europee non riescono a coprire) e un quinto ambito dedicato allo sviluppo di azioni a supporto del miglior utilizzo di queste tecnologie.

Le risorse messe a disposizione dal programma Digital Europe ammontano a 7,5 miliardi di euro per tutti i cinque ambiti di intervento: 2,227 miliardi andranno all’high performance computing; 2,062 miliardi per l’AI; 1,650 miliardi di euro per la cyber security; 577 milioni di euro per lo sviluppo di competenze digitali di base e 1,072 miliardi per le azioni rivolte a promuovere il miglior utilizzo di queste tecnologie.

Digital Europe budget

Digital Europe, il work program per il biennio 2021-2022

Tutti i dettagli relativi agli obiettivi, le azioni e le risorse previste per ciascun ambito sono indicati nei work program.

Il work program per il biennio 2021-2022 indica le aree di intervento su l’UE aprirà dei bandi per promuovere la partecipazione di imprese private, affianco a soggetti comunitari:

  • High performance computing (HPC), gestito dall’Iniziativa europea sull’HPC (EuroHPC JU)
  • cyber security, che sarà gestita dall’ECC (European Cybersecurity Competence Network and Center), l’iniziativa europea che punta a creare un ecosistema industriale e di ricerca interconnesso a livello europeo sulla cyber sicurezza. In attesa che l’ECC sia operativo, il work program sarà gestito, ad interim, dal DG Connect, la Direzione generale della Commissione che si occupa delle politiche dell’Ue in materia di mercato unico digitale, sicurezza di Internet e scienza e innovazione digitale
  • gli European Digital Innovation Hub (Edih), per cui è stato individuato un work program separato, in quanto le call che li riguardano hanno criteri diversi (gestiti da DG Connect) 
  • main work program (il programma di lavoro principale), che copre obiettivi più specifici, gestito da DG Connect e EA HaDEA (l’agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale)

Per il biennio 2021-2022 il main work program si concentrerà su quattro aree strategiche: cloud, i dati e l’Intelligenza Artificiale, sviluppo di programmi formativi (master) per le competenze digitali avanzate; azioni di cybersecurity e diffusione e miglior uso delle tecnologie (azioni a sostegno del Green deal, Blockchain, servizi pubblici e fiducia nella trasformazione digitale).

Vista l’entità degli interventi programmati, questi non saranno attivati contemporaneamente, ma saranno divisi in tre call.

Le risorse complessive stanziate per il biennio ammontano a 1,38 miliardi di euro. Per la prima call – aperta lo scorso 17 novembre – sono stati stanziati circa 415 milioni di euro. Per la seconda, che sarà avviata nel primo trimestre del 2022, sono stati stanziati circa 250 milioni di euro e per la terza (che si aprirà nel terzo trimestre del 2022) circa 170 milioni di euro.

AI, cloud e data: le azioni previste dal programma Digital Europe per il biennio 2021-2022

Come già detto, il main work program per il biennio indica le azioni da intraprendere nei settori chiave, tra cui AI, cloud e data.

Il work program divide le azioni in questo ambito in cinque categorie. La prima riguarda la creazione di data space settoriali, che saranno cruciali anche per raggiungere gli obiettivi indicati dal Green Deal europeo.

Questi spazi comuni europei dei dati garantiranno che più dati siano disponibili per l’uso nell’economia e nella società, mantenendo il controllo delle aziende e degli individui che generano i dati.

Accanto a questi sorgerà un Support Data Center, un centro di supporto che promuoverà e coordinerà tutte le azioni rilevanti sugli spazi di dati settoriali e renderà disponibili tecnologie, processi, standard e strumenti che sosterranno la diffusione di spazi di dati comuni e consentiranno il riutilizzo dei dati tra i settori.

La terza categoria riguarda invece il cloud e l’edge computing, con la creazione di un marketplace europeo per servizi in cloud ed edge affidabili per le imprese, di uno Smart Middleware e di progetti pilota su larga scala basati su servizi cloud ed edge.

La Commissione, inoltre, intende creare una piattaforma di AI on-demand per mettere a disposizione dei cittadini e dei business dell’Eu strumenti di AI. Infine, l’ultima categoria di interventi è rivolta alla costruzione e al rafforzamento di Testing and Experimentation Facilities (TEF), ovvero siti di riferimento specializzati su larga scala, aperti a tutti i fornitori di tecnologia in tutta Europa per testare e sperimentare soluzioni e prodotti soft e hardware.

Cyber security e trust

Per quanto riguarda l’ambito cyber security & trust, l’obiettivo del biennio è quello di creare un’infrastruttura di Quantum Communication e di implementare un’infrastruttura di cyber security europea.

Le azioni dedicate a questo ambito all’interno del work program sono rivolte, inoltre, al sostegno per l’implementazione delle normative europee rilevanti in materia di cyber security e al supporto delle aziende nella creazione delle competenze necessarie.

Competenze digitali avanzate per un’Europa digitale

In questo ambito le azioni programmate per il biennio, che saranno gestite quasi tutte dall’agenzia HaDEA, sono rivolte alla creazione di percorsi educativi adeguati (master) nelle tecnologie strategiche, oltre che alla creazione di internrship di lungo e breve periodo (contribuendo così anche alla strategia europea sulle materie STEM).

A queste azioni verrà affiancata una piattaforma europea per lo sviluppo delle digital skill e una strategia per la digitalizzazione del sistema educativo in Europa.

Accelerare l’uso migliore delle tecnologie digitali

L’ultimo ambito che rientra all’interno del main work program riguarda le azioni volte ad accelerare il corretto utilizzo delle tecnologie a cui fa riferimento il programma.

Il piano prevede a sua volta cinque aree di intervento, una delle quali è affidata ai poli europei di innovazione digitale (Edih), che hanno però un loro work program dedicato.

Un’altra area di intervento si inserisce nell’ottica del Green Deal europeo, che include il programma Destination Earth – che mira a sviluppare un modello digitale di alta precisione della Terra per modellare, monitorare e simulare i fenomeni naturali e le relative attività umane – il programma per la creazione di Digital Twin urbani per la gestione delle smart cities e il programma per la creazione di un passaporto digitale per i prodotti, che servirà a garantire la qualità dei prodotti che vengono commercializzati all’interno dell’Unione.

Le altre aree di intervento sono rivolte alla creazione di un’infrastruttura europea per la Blockchain, la creazione di un ecosistema digitale per i servizi dell’e-Government e le azioni rivolte a costruire la fiducia dei cittadini nei servizi digitali.

Quest’ultimo raggio di azione include la strategia per un Internet più sicuro e la creazione di un European Digital Media Observatory, per il contrasto delle fake news e della disinformazione.

I Digital Innovation Hub europei

Come già indicato, i Digital Innovation Hub Europei (Edih) rientrano all’interno di un work program separato che, contrariamente agli altri, si basa su un periodo temporale di tre anni (e non di due).

L’obiettivo dell’Edih work program è quello di creare una rete di poli di innovazione europea che assicuri la presenza di almeno un polo per regione geografica. Il compito di questi poli sarà favorire la trasformazione digitale delle imprese europee (con un focus particolare sulle PMI) e del settore pubblico, con particolare attenzione all’adozione di strumenti di AI in questi ambiti.

Le risorse complessive messe a disposizione per i poli europei d’innovazione ammontano a 329,3 milioni di euro, da erogare in due call distinte: la prima si è aperta il 17 novembre e terminerà il 22 febbraio, mentre la seconda si aprirà nel terzo trimestre del 2022 e si concluderà nel quarto trimestre dello stesso anno.

Da precisare che per alcuni ambiti, come per gli Edih, le call introducono dei vincoli e dei limiti alla partecipazione di Paesi terzi.

Gli Edih si coordineranno con gli altri network di innovazione europei finanziati dagli altri programmi già in essere. Importante sarà evitare la sovrapposizione dei progetti e delle attività; a questo fine, la Commissione europea si coordinerà con gli Stati membri, a cui ha affidato già il compito di designare le entità (consorzi) che possono partecipare all’invito a presentare proposte.

Per l’Italia, la Commissione si attende un numero di Edih compreso tra 14 e 28. L’iter di selezione, iniziato con il decreto direttoriale del 17 agosto 2020, ha visto un’ampia partecipazione. Sono stati infatti una sessantina i progetti presentati e il Governo ne ha selezionati 45 da sottoporre all’analisi della Commissione.

Digital Europe Programme, gli obiettivi del biennio per l’high performance computing

Anche il work program per l’HPC ha un quadro temporale di riferimento diverso dagli altri: si tratta infatti di un programma annuale, discusso e adottato da consiglio di amministrazione dell’EuroHPC JU.

Il work program per il 2022 è attualmente in fase di discussione con gli Stati membri, ma la sua approvazione dovrebbe giungere prima della fine dell’anno. Congiuntamente, i work program per il 2021 e il 2022 mettono a disposizione 550 milioni di euro, che l’impresa comune EuroHPC ricaverà dai fondi stanziati per i programmi Digital Europe, Horizon Europe e CEF Digital per il settore.

Il primo programma coprirà quattro ambiti strategici: procurement di macchine exascale, procurement di supercomputer a medio raggio, la creazione di centri di eccellenza per le applicazioni HPC e azioni rivolte ad ampliare l’accesso ai supercomputer.

Il work program per la Cyber security

Il work program per l’ambito della sicurezza informatica ha invece un quadro di riferimento biennale. Per il periodo 2021-2022 sono stati stanziati 269 milioni di euro, che verranno gestiti e implementati dalla Commissione fino a che il Competence Center per la cyber security europea non sarà pronto.

Nel biennio le attività saranno rivolte alla creazione di uno scudo di sicurezza informatica europeo e al supporto della legislazione comunitaria rilevante in questo ambito.

Le call per presentare i progetti sono due: la prima si aprirà nel primo trimestre del 2022 e metterà a disposizione dei progetti selezionati 43 milioni di euro, mentre la seconda si aprirà nel terzo trimestre del 2022 e si concluderà nel quarto. Per questa call sono stanziati 184 milioni di euro.

Alle call for proposal si aggiungerà una call per appalti, che metterà a disposizione un totale di 42 milioni di euro per il biennio.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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