Digitale, innovazione, sostenibilità e competenze: le priorità del Pd per il nuovo Governo

In occasione dell’incontro con il Premier incaricato, Mario Draghi, il Pd ha presentato una serie di progetti per uscire dalla crisi provocata dalla pandemia, promuovere la competitività delle imprese e il passaggio a un’economia circolare. Tra i tanti punti elencati dal Partito Democratico, una particolare attenzione viene data alle politiche e agli interventi normativi necessari per promuovere gli investimenti in digitale e innovazione, alle infrastrutture e alla governance necessarie al Paese per competere in un mondo che si affida sempre di più ai dati e agli interventi necessari per affrontare al meglio il passaggio a un’economia green.

Pubblicato il 09 Feb 2021

montecitorio


Innovazione, digitalizzazione, competitività, semplificazione, inclusività e sostenibilità: c’è questo e molto altro nel programma “per un governo autorevole, europeista, riformista” che il Partito Democratico ha presentato al Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, in occasione dell’incontro avvenuto durante la seconda tornata di consultazioni a Montecitorio.

Un programma stilato per indicare le aree di intervento per affrontare non solo le sfide sollevate dalla pandemia, ma anche per guidare il Paese in un processo di rivoluzione innovativa, digitale e sostenibile, nell’ottica dei valori a cui si ispira il partito (responsabilità, visione, qualità, inclusione, umanità).

Meno burocrazia e maggiori investimenti in innovazione e ricerca: i punti chiave per l’industria

Nell’industria, sostiene il Pd, vanno intraprese azioni mirate alla modernizzazione del sistema produttivo, intervenendo sui settori strategici e riqualificando quelli più colpiti dalla crisi. Gli interventi secondo il partito di Zingaretti devono essere mirati ad elaborare una politica industriale che promuova innovazione, sostenibilità, semplificazione amministrativa e competitività, in linea con le raccomandazioni e le indicazioni europee.

Per i settori più colpiti dalla crisi, come il turismo e il commercio, vanno attuate azioni di sostegno che promuovano una riqualificazione delle strutture in un’ottica di competitività (tenendo anche in considerazione l’impatto delle piattaforme digitali su questi settori) e sostenibilità, investendo sull’innovazione tecnologica.

Particolare focus deve essere dato ai settori e alle imprese strategiche, attraverso politiche di reshoring per incentivare il ritorno della produzione in Italia di imprese delle filiere strategiche e con il sostegno, anche in dimensione europea, a settori industriali chiave, come il settore energetico (in particolare lo sviluppo della filiera dell’idrogeno) il settore dell’automotive, il siderurgico, l’aerospaziale e l’economia del mare.

Tra i settori strategici per la competitività del nostro Paese, anche e soprattutto in vista degli obiettivi climatici fissati dall’UE, vi è l’agricoltura, a sostegno della quale il programma del Pd propone interventi che favoriscano digitalizzazione, innovazione, ricerca, sostituzione progressiva dei mezzi agricoli, dei materiali e delle strutture esistenti, applicazione di tecnologie avanzate per la riduzione di input chimici, per il recupero e rafforzamento della fertilità dei suoli ed il trattenimento di CO2, come indicato dalla strategia europea Farm to Fork.

Ampio spazio, nel programma, a interventi volti a favorire il trasferimento tecnologico attraverso il rafforzamento del credito d’imposta per Ricerca e Innovazione previsto dal Piano Transizione 4.0. A questo si aggiungeranno interventi di promozione di ecosistemi di innovazione con cooperazione tra università, grandi imprese e capitali finanziari, come la creazione di una rete strutturata di Competence Center e di Digital Innovation Hub che svolgano un ruolo di avvicinamento tra ricerca e impresa, nell’ambito degli European Digital Hub.

Tra le proposte consegnate al Presidente del Consiglio in carica non manca un focus all’istruzione, attraverso il potenziamento degli ITS e finanziamenti mirati agli Istituti che avviano percorsi 4.0 e l’ introduzione di programmi per inserire valori di impresa e lavoro nei corsi di educazione civica.

Un’attenzione particolare, sostiene il programma, deve essere data alle PMI, anche in vista dell’obiettivo dell’Unione europea di fare dell’Europa “il continente più  attraente per le start-up”. In questo campo il programma del Pd propone interventi volti a facilitare il contesto in cui operano, come:

  • facilitare l’accesso al credito, con un focus specifico su tecnologia e innovazione
  • politiche volte alla semplificazione amministrativa, tenendo conto della ricaduta sulle imprese di atti normativi e regolamentari
  • incentivare strumenti di patrimonializzazione e sostenere le aggregazioni
  • sostenere la competitività a livello internazionale delle PMI italiane, con politiche e interventi di sostegno all’export
  • politiche rivolte a favorire l’imprenditorialità femminile

Cloud, 5G e diritti: le sfide da affrontare per la trasformazione digitale del Paese

Azioni politiche e normative organiche, oltre che investimenti mirati e strutturali: questa è la ricetta del Pd per promuovere l’innovazione e la digitalizzazione nel nostro Paese. Tra le priorità del Partito Democratico ci sono:

  •  creazione di una infrastruttura cloud nazionale ad alta affidabilità, in coordinamento con i progetti già avviati a livello europeo. Oltre alla costruzione della rete, cruciali per il raggiungimento di questo obiettivo saranno il capitale umano e le competenze digitali. Una sfida non da poco, se teniamo a mente che secondo l’ultimo rapporto DESI (indice che misura la digitalizzazione dell’economia e della società nei vari Paesi dell’UE) solo il 42% dei cittadini di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base. Fondamentali saranno, inoltre, gli interventi a sostegno della nascita e dell’aggregazione di imprese tecnologiche di dimensione europea, quelli volti al completamento del processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione e le politiche che utilizzino l’innovazione tecnologica come fattore di sviluppo socialmente sostenibile
  • favorire e regolamentare l’accesso alla rete, riconoscendo l’accesso alla rete come diritto  costituzionale, individuando una soglia minima di connettività di reti ad alta capacità adeguata agli obiettivi della gigabit society europea e attuando programmi per la diffusione della banda ultra larga in tutto il Paese, oltre che per dotare le amministrazioni (a partire dalle scuole e dalle strutture sanitarie) di una connettività adeguata alle proprie attività
  • introduzione dell’obbligo della formazione digitale dei dipendenti pubblici
  • regolamentazione dello smart working nell’ambito della contrattazione collettiva, secondo obiettivi di semplificazione degli aspetti burocratici, incentivazione per datori di lavoro, tutela dei diritti dei lavoratori agili (es. diritto alla disconnessione)
  • definire la governance della rete 5G seguendo un’ottica di neutralità, efficienza e parità di trattamento ai diversi utilizzatori della rete, assicurando la presenza del settore pubblico e di una pluralità di operatori e di soggetti finanziari specializzati in investimenti infrastrutturali di lungo termine
  • avviare un dialogo tra Stato e Big Tech companies per creare una cooperazione pubblico-privato dove i colossi del Web metteranno a disposizione i dati essenziali alla creazione di politiche pubbliche migliori, come nei settori della mobilità, dei trasporti e delle politiche abitative.

Le proposte per favorire la transizione green

La più grande opportunità di sviluppo, innovazione e cambiamento per il nostro Paese: così il Partito Democratico definisce la rivoluzione verde che deve essere attuata dal nostro Paese alla luce degli impegni internazionali presi e della politica europea inaugurata con il Green New Deal.

In questa ottica, per quanto riguarda gli interventi normativi, le priorità del partito si possono raggruppare in 4 aree di intervento:

  • interventi normativi volti a favorire la decarbonizzazione dell’economia, come l’aggiornamento del Piano o Nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) e il progressivo azzeramento dei sussidi ambientalmente dannosi (SAD) e adozione di misure di fiscalità ambientale, in coerenza con le scelte europee. A questi si aggiungerà una strategia nazionale per la transizione a un modello di economia circolare in tutti i settori produttivi
  • interventi normativi volti a creare una risposta nazionale all’emergenza climatica, tra cui l’approvazione della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, l’attuazione di politiche di adattamento in ambito urbano e rurale, anche attraverso politiche di forestazione e l’adozione di politiche a tutela della biodiversità, valorizzazione delle aree protette e dei parchi, in sinergia con le strategie per la montagna e le aree interne. Per accompagnare la trasformazione verso un’economia circolare si propone, inoltre, l’adozione di un piano nazionale di formazione delle competenze green e digitali, che come abbiamo visto nelle previsioni del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere nei prossimi 5 anni saranno un requisito essenziale per il 62% dei lavoratori
  • interventi volti a promuovere una gestione del territorio più sostenibile, come l’adozione di una politica nazionale di gestione dei rifiuti che preveda la realizzazione degli impianti necessari e tecnologicamente avanzati e la riduzione dei forti divari territoriali esistenti e il rafforzamento del sistema dei controlli ambientali. A questi interventi normativi se ne aggiungeranno altri volti a promuovere la riqualificazione del territorio, attraverso l’approvazione di una legge nazionale in materia di consumo di suolo e di una legge organica sulla rigenerazione urbana, l’aggiornamento delle norme edilizie, il sostegno per i territori colpiti da terremoti e calamità naturali e con investimenti volti a potenziare gli strumenti per la messa in sicurezza del territorio e la lotta al dissesto idrogeologico
  • interventi volti a promuovere un uso più efficiente delle risorse, attraverso un piano straordinario di investimenti  in energie rinnovabili e il rilancio degli investimenti nel settore idrico.

Tutti punti necessari per inaugurare nel nostro Paese una “nuova e diversa stagione dello sviluppo fondata sulla sostenibilità ambientale, sociale, economica che abbia come riferimento gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e gli Accordi di Parigi sul clima e che accompagni la transizione, tutelando le fasce sociali più fragili e meno protette”.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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