l'appello degli industriali

Gli industriali italiani, tedeschi e francesi chiedono politiche più incisive a supporto della competitività e dell’innovazione

Nel corso del Business Forum Trilaterale di Berlino i presidenti Siegfried Russwurm (Bdi, Federazione dell’industria tedesca), Carlo Bonomi (Confindustria) e Patrick Martin (Medef, Movimento delle imprese di Francia) hanno firmato una dichiarazione congiunta ribadendo l’impegno a rafforzare la sovranità e la competitività europea e chiedendo una politica europea integrata, snella, flessibile ed efficace per affrontare le sfide comuni.

Pubblicato il 29 Set 2023

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Sicurezza economica, politica industriale, autonomia strategica, transizione sostenibile, competitività tecnologica e commercio internazionale: sono queste le principali sfide che si trova davanti l’industria europea e sui occorre intervenire con un approccio globale e realistico, secondo i più alti rappresentanti dell’industria tedesca, italiana e francese che si sono riuniti in occasione del quinto Business Forum Trilaterale, che si è svolto a Berlino il 28 e 29 settembre.

A termine del forum, i Presidenti  Siegfried Russwurm (Bdi, Federazione dell’industria tedesca), Carlo Bonomi (Confindustria) e Patrick Martin (Medef, Movimento delle imprese di Francia), hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui hanno ribadito il loro impegno a rafforzare la sovranità e la competitività europea.

“Servono politiche europee integrate ed efficaci”

La dichiarazione, precisano i presidenti, offre delle raccomandazioni sulle aree più calde in vista del nuovo ciclo di politiche europee che si aprirà dopo le elezioni del 2024, che dovrà fronteggiare le principali sfide dell’Europa nei prossimi cinque anni.

“I nostri tre Paesi e l’UE hanno i mezzi, le risorse e le capacità politiche necessarie per perseguire con successo questi obiettivi il cui raggiungimento richiederà decisioni di ampia portata sulla governance e sulle politiche europee”, precisano i presidenti.

Nello specifico, le azioni da attuare secondo i tre rappresentanti riguardano i seguenti ambiti:

  • in campo politico, devono essere compiuti tutti i passi necessari per una più profonda integrazione politica, per istituzioni efficaci e per un più forte ricorso al processo decisionale a maggioranza
  • in campo economico, occorre sviluppare e attuare pienamente un approccio strategico all’autonomia e alla sicurezza
  • nella transizione ecologica, occorre promuovere la leadership e la competitività europea nelle principali tecnologie pulite
  • in campo digitale, occorre promuovere gli investimenti in nuove soluzioni, modelli di business e tecnologie digitali
  • negli affari internazionali, l’Europa deve impegnarsi per una forte cooperazione transatlantica, lavorare per realizzare accordi commerciali di alto valore e difendere i propri interessi da pratiche distorsive del mercato. L’Europa deve coinvolgere maggiormente i partner democratici di tutto il mondo nel rafforzamento dei suoi legami internazionali e della sua resistenza interna

Vediamo più nel dettaglio alcuni dei passaggi della dichiarazione.

Sicurezza economica, necessario un approccio comune tra i Paesi europei

L’appello è per un approccio comune, semplice ma flessibile, per garantire una maggiore sicurezza economica davanti a sfide comuni ai tre Paesi: l’inflazione, i costi energetici elevati, la forte concorrenza internazionale nelle tecnologie chiave, i rischi per la sicurezza economica e le sfide derivanti dalla transizione verde e digitale.

Sfide che, sottolineano i presidenti richiedono, oltre a un approccio globale, un quadro di governance economica credibile, che sia rispettato, favorevole agli investimenti e alla crescita.

“Concentrarsi sulla spesa primaria netta degli Stati membri – si legge nella dichiarazione – può semplificare le regole e aiutarli a costruire percorsi di aggiustamento a medio termine per tornare ai valori di riferimento del 3% del PIL per i disavanzi pubblici e del 60% per il debito, a condizione che una maggiore flessibilità vada di pari passo con un’applicazione credibile delle regole, al fine di garantire finanze pubbliche sostenibili in tutta l’UE”.

Più finanziamenti per raggiungere gli obiettivi

Questo approccio globale alle grandi sfide dell’industria si può rintracciare, anche se solo in parte, nei vari pacchetti legislativi che l’UE ha adottato per guidare la duplice transizione: dal Green Deal, al Net Zero Industry Act (la legge europea per un’industria a zero emissioni), fino alla legge sulle materie critiche.

Strumenti che rappresentano un buon punto di partenza, sostengono i presidenti, ma che ancora non sottolineano sufficientemente la centralità dell’industria nell’economia europea. Sul fronte legislativo, in particolare, occorre ad0ttare politiche specifiche basate su adeguate valutazioni dei rischi, anche valutando l’effetto degli strumenti legislativi adottati sulla competitività delle imprese.

Transizione green

Sul fronte della transizione sostenibile e dell’obiettivo di decarbonizzare l’industria europea, i presidenti sottolineano l’importanza di affidarsi a fonti energetiche a basse emissioni di CO2 come l’energia nucleare, le energie rinnovabili, i gas a basse emissioni di carbonio e l’idrogeno.

Transizione che richiede una riforma rapida e ambiziosa del mercato elettrico dell’UE per promuovere la competitività dell’Europa a livello mondiale. Inoltre, saranno necessari maggiori sforzi finanziari per affrontare le sfide competitive della transizione verde, e quindi è importante garantire risorse finanziarie adeguate.

Rafforzare gli investimenti

Su questo fronte, saranno importanti le scelte che il Parlamento europeo prenderà in merito alla revisione del quadro finanziario a medio termine che sarà oggetto di dibattito nel corso della Plenaria della prossima settimana.

I presidenti lanciano un appello affinché si concordino investimenti aggiuntivi e non si taglino i programmi già esistenti e si proceda con la revisione del sistema degli aiuti di Stato, per garantire parità di condizioni tra gli Stati membri ed evitando la frammentazione del mercato interno. Tutte azioni che dovranno essere accompagnate da un quadro finanziario a medio termine realmente in grado di sostenere la capacità produttiva industriale nei settori strategici.

Sostenere l’innovazione

Ci sarà da intervenire anche sul fronte delle politiche di innovazione. Anch’esse, sostengono i presidenti, devono essere rivedute per essere all’altezza dei consistenti investimenti promossi dai Paesi terzi. Nello specifico, viene richiesto di inserire (sia in ambito nazionale che europeo) il sostegno pubblico agli investimenti strategici in un quadro più trasparente, stabile e prevedibile.

“Lo svolgimento di consultazioni ex-ante sistematiche della comunità imprenditoriale da parte dei responsabili politici su come sbloccare gli ostacoli agli investimenti in innovazione e resilienza è una condizione sine qua non”, precisano i presidenti.

Focus sulla Difesa

Altra sfida riguarda il settore della Difesa, dove è necessario un miglioramento dei processi di approvvigionamento, una maggiore cooperazione tra gli Stati membri europei e le imprese, e un’armonizzazione dei requisiti militari.

“Gli Stati membri dovrebbero garantire un accesso più ampio ai finanziamenti per l’industria della difesa attraverso le loro banche di sviluppo nazionali e consentire alla Banca Europea per gli Investimenti di finanziare le attività chiave nel settore della difesa. Inoltre, è importante sottolineare che la sicurezza e la capacità di difesa sono prerequisiti per la sostenibilità e sono in linea con i principi ESG”, precisano i presidenti.

Il nodo competitività

Ultimo nodo da affrontare nell’ambito delle politiche europee, ma di certo non meno importante, è quello della competitività dell’economia europea nei mercati internazionali. Su questo tema si dovrà accompagnare il de-risking delle relazioni economiche con la diversificazione dei modelli di commercio e investimento.

Nuove opportunità potranno essere create, attraverso nuovi accordi commerciali e sulle materie prime con partner dell’America Latina, dell’Asia-Pacifico e dell’Africa. È inoltre importante cercare nuove opportunità e una cooperazione rafforzata con gli Stati Uniti in settori come le materie prime critiche e la risoluzione delle controversie commerciali.

Semplificare il quadro normativo per stimolare la competitività delle imprese

Oltre che creare nuove opportunità si dovranno eliminare o almeno ridurre i freni che impediscono alle imprese di cogliere le opportunità già esistenti.

Freni che i rappresentanti delle tre associazioni industriali individuano nel complesso quadro normativo europeo che include stretti obblighi di rendicontazione su diversi fronti: dall’obbligo di rendicontazione ESG per un numero crescente di imprese, alle complesse regole di due diligence nelle catene di valore, le norme più severe sulle emissioni industriali, la proposta sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, la legislazione sulle sostanze chimiche, il regolamento sulla sicurezza generale dei prodotti, la normativa sull’imposizione fiscale minima, fino ai i sette grandi pacchetti legislativi sull’economia digitale.

Un quadro su cui la Commissione è intervenuta più volte nel tentativo di snellire gli oneri, soprattutto per le PMI, ma che risulta particolarmente complesso proprio per le imprese di piccola e media dimensione (che rappresentano il 99% delle aziende nell’UE) che spesso non sanno come barcamenarsi tra le diverse normative.

Su questo tema, Russwurm, Bonomi e Martin propongono di:

  • procedere in modo deciso sulla via di una riduzione mirata degli obblighi di rendicontazione che si stanno moltiplicando sempre di più
  • accelerare le procedure di autorizzazione, in particolare nel settore manifatturiero
  • creare uno spazio di respiro normativo
  • effettuare valutazioni d’impatto ex-ante approfondite su ogni nuova legislazione
  • rendere il quadro normativo in vigore (soprattutto in materia di sostenibilità) più equilibrato, coerente e in linea con le migliori pratiche internazionali

“I nostri paesi e le nostre comunità imprenditoriali dovranno guidare il dibattito per innalzare l’Europa a un nuovo livello, assicurare in modo più unito la fornitura di beni pubblici europei e iscrivere correttamente a bilancio questi compiti a livello europeo”, concludono i presidenti.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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