Il ministro delle imprese e del Made In Italy Adolfo Urso, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore, ha fatto il punto sulle priorità che il Governo intende porre all’attenzione della Commissione Europea, in vista del piano di politica industriale europea che sarà presentato dalla Commissione entro fine gennaio.
In primo piano c’è la “madre” di tutte le questioni, cioè il ruolo che l’Europa deve giocare come attore sugli scenari internazionali: a fronte delle misure prese dal Governo degli Stati Uniti, che prevede, accanto a importanti aiuti sul tema dell’energia e all’industria, misure protezionistiche, sarebbe sbagliato rispondere la stessa moneta e soprattutto con reazioni individuali da parte dei singoli Paesi.
Sarebbe “una strada perdente e comunque impossibile da prefigurare”, dice il Ministro: “non si può spaccare l’Occidente a fronte della guerra della Russia alla frontiera dell’Europa”.
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“Una risposta alta e condivisa dell’Europa”
Scendendo nel merito, Urso dice che la riforma degli aiuti di Stato, che darebbe di fatto mano libera ai Paesi per interventi protezionistici, “di fatto consentirebbe solo alla Germania e a pochi altri attori di utilizzare le proprie risorse per salvare le proprie imprese. Questo spaccherebbe l’Europa”.
Di fronte a questo scenario, l’Europa – spiega il Ministro – deve rispondere “come è stato fatto con la Pandemia e quindi con il Pnrr”. Mettere cioè a punto “un’autentica politica industriale europea che sia una risposta alta e condivisa a quella americana e ovviamente a quella cinese”.
Quali sono gli strumenti? Urso ne elenca quattro
- La riforma del Patto di stabilità che punti sullo sviluppo e solo allora sia “il presupposto della riforma degli aiuti di Stato”
- La condivisione di strumenti finanziari comuni, “attraverso anche la creazione di un fondo sovrano europeo”
- Una politica energetica europea che “punti alla autonomia e in prospettiva all’indipendenza energetica”
- Una c”che valorizzi la produzione e il lavoro europeo: buy european e carbon tax ma non solo”.
Una volta che l’Europa si sarà messa nelle condizioni di avere un sistema industriale “competitivo rispetto alle sfide di Usa e Cina”, allora “si potrà anche pensare a un’area di libero scambio euro-atlantica”, dice Urso.
Il fronte interno: una manovrina per le imprese se i prezzi dell’Energia lo permetteranno
Quanto all’azione del Governo sul fronte interno, Urso ha annunciato che a gennaio ci saranno una serie di tavoli con le imprese e i sindacati “proprio perché crediamo nel valore della rappresentanza e dei corpi intermedi” e perché “la coesione sociale è una delle nostre priorità”. Saranno incontri importanti – spiega Urso – anche “per sviluppare i due collegati alla legge di bilancio: quello sul made in Italy e quello di riforma degli incentivi”.
Infine Urso risponde alle critiche di chi ha sottolineato i pochi interventi a favore delle imprese nell’ultima legge di bilancio.
“Per ora il fronte resta l’emergenza energetica”, spiega il Ministro, ma laddove si dovesse confermare il calo del prezzo dell’energia “avremo fieno in cascina da destinare alla ripresa”.
Industria 4.0, Urso spera nel buon senso della Commissione Europea
I fari sono puntati soprattutto sul tema Industria 4.0, al quale il Governo non ha destinato risorse in legge di bilancio e che nel 2023 è letteralmente dimezzato rispetto al biennio appena concluso.
Su questo Urso conferma quanto anticipato qualche settimana fa: il Governo è al lavoro con la Commissione Europea per ottenere la possibilità di utilizzare la parte dei fondi del PNRR destinata al piano Transizione 4.0 (complessivamente 13,4 miliardi di cui oltre 3 non utilizzati) anche nel prossimo anno per “rifinanziare appieno gli strumenti che hanno avuto maggiore riscontro”.
Sul punto Urso, che sa di non avere il regolamento del PNRR dalla sua parte (come è noto infatti i fondi non utilizzati vanno persi, ndr), spiega di lavorare “perché prevalga il buon senso”.