Da Bergamo a Roma: ecco le 9 città italiane che diventeranno Smart Cities a impatto zero entro il 2030

Tra i 100 centri urbani scelti per diventare modelli di sostenibilità e innovazione ci sono anche nove città italiane. Si tratta di Bergamo, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Prato, Padova, Parma e Roma che, entro il 2030, dovranno diventare città intelligenti a impatto climatico zero. Attraverso programmi e piani di investimento, che dovranno coinvolgere anche i cittadini, queste città indicheranno la strada per rendere tutti gli altri centri urbani europei carbon neutral entro il 2050.

Pubblicato il 28 Apr 2022

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Bergamo, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Prato, Padova, Parma e Roma: sono queste le nove le città italiane scelte dalla Commissione europea per diventare, entro il 2030, Smart Cities, vere e proprie città intelligenti a impatto climatico zero.

Il progetto rientra nell’ambito di una delle cinque missioni prioritarie individuate dal Piano Strategico di Horizon Europe, il programma di ricerca e innovazione dell’Ue per il periodo 2021-2027.

Le missioni, ricordiamo, rappresentano le sfide più urgenti per l’Unione europea, ovvero: la lotta al cancro; l’adattamento ai cambiamenti climatici; la protezione degli oceani; il raggiungimento della neutralità climatica e la creazione di città sempre più intelligenti; protezione del suolo e cibo sano.

Il progetto delle città intelligenti è un pilastro cardine della strategie europea per il raggiungimento della neutralità carbonica, obiettivo che l’UE ha fissato per il 2050. Secondo i dati, infatti, le aree urbane ospitano il 75 % della popolazione dell’Unione. A livello mondiale, le città consumano oltre il 65% dell’energia disponibile, causando oltre il 70 % delle emissioni di CO2.

Partendo da queste considerazioni, la Commissione ha voluto lanciare la missione “Climate Neutral and Smart Cities”, che prevedeva la selezione di 100 città tra i centri urbani di ciascuno dei 27 Stati membri e altre 12 città di Paesi associati o che potrebbero associarsi a Horizon Europe.

Smart Cities, le città “faro” che guideranno la transizione sostenibile dei centri urbani europei

I centri urbani selezionati dovranno agire come centri di sperimentazione e innovazione per mettere tutte le città europee in grado di diventare climaticamente neutrali entro il 2050.

Proprio per questo, la selezione ha tenuto conto delle diverse realtà che caratterizzano i centri urbani europei: tra le città scelte, infatti, vi sono sia capitali che città di minore dimensione, centri leader per tecnologie e sostenibilità e città meno pronte ad affrontare queste sfide.

La missione per le città riceverà 360 milioni di euro di finanziamenti da Horizon Europe per il periodo 2022-2023, destinati ad avviare i percorsi di innovazione verso la neutralità climatica entro il 2030.

I centri selezionati dovranno mettere a punto, in stretta cooperazione con i cittadini, i cosiddetti “contratti cittadini per il clima” (Climate CitybContracts),  che comprenderanno un piano globale per la neutralità climatica in tutti i settori – tra cui l’energia, l’edilizia, la gestione dei rifiuti e i trasporti– completo di piani di investimento.

Il processo coinvolgerà i cittadini, gli organismi di ricerca e il settore privato. Gli impegni chiari e tangibili assunti dalle città nei contratti cittadini per il clima consentiranno loro di dialogare con le autorità europee, nazionali e regionali, e soprattutto con la popolazione, per conseguire questo ambizioso obiettivo.

Tra i vantaggi per le città selezionate vi sono la possibilità di ricevere consulenza e assistenza su misura da parte di un’apposita piattaforma della missione gestita da NetZeroCities, nuove opportunità di ottenere sovvenzioni e finanziamenti e la possibilità di aderire a grandi azioni di innovazione e progetti pilota. La missione offre inoltre opportunità di creare reti, consente lo scambio di buone pratiche tra le città e sostiene la partecipazione dei cittadini.

Le candidature, presentate tra novembre 2021 e il 31 gennaio 2022, sono state valutate in un primo momento da esperti indipendenti. Successivamente, la Commissione ha applicato ulteriori criteri per garantire l’equa distribuzione geografica e selezionare un gruppo di città eterogeneo in termini di dimensioni, impatto e idee innovative. Le città selezionate rappresentano in totale il 12% della popolazione dell’Ue.

“Ormai la transizione verde è iniziata in tutta Europa, ma c’è sempre bisogno di pionieri che si prefiggono obiettivi ancora più ambiziosi. Queste città ci stanno indicando il cammino verso un futuro più sano e potranno contare su tutto il nostro appoggio”, commenta Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione.

In totale 377 città hanno chiesto di partecipare alla missione e, visto l’interesse, la Commissione sta predisponendo anche un schema di supporto per quelle che non sono state selezionate, compreso un sostegno erogato tramite la piattaforma NetZeroCities  e opportunità di finanziamento nell’ambito del programma di lavoro di Horizon Europe sulla missione per le città.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per la strategia “Un’Europa pronta per l’era digitale”, ha ribadito l’importanza di raggiungere al più presto gli obiettivi di transizione digitale e sostenibile per aumentare il benessere dei cittadini europei.

“Dobbiamo accelerare la transizione dell’Europa verso la neutralità climatica, porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili e apportare benefici ai nostri cittadini, per esempio un’aria più pulita e bollette energetiche meno care”, commenta.

“È bello che così tante città vogliano partecipare. Con il bilancio dell’UE per la ricerca e l’innovazione possiamo sostenere le loro ambizioni. La missione per le città può dare un contributo significativo al Green Deal e all’obiettivo di rendere l’Europa un continente a impatto climatico zero entro il 2050”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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