I Mini Contratti di Sviluppo sono una nuova misura introdotta recentemente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy a supporto degli investimenti delle imprese nelle regioni del Centro Sud per lo sviluppo e la produzione delle tecnologie critiche.
La misura è stata introdotta dall’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60 (cd. Decreto Coesione), convertito in legge 4 luglio 2024, n. 95. Sono poi arrivati il Decreto ministeriale 12 agosto 2024, contenente la disciplina di dettaglio, e il recente Decreto direttoriale 20 dicembre 2024 che disciplina i termini per la presentazione delle domande (dal 5 febbraio all’8 aprile 2025).
Indice degli argomenti
Panoramica delle nuove opportunità dal digitale alla robotica
L’attuale scenario tecnologico apre alle imprese, in particolare a quelle del settore manifatturiero, prospettive di crescita e innovazione senza precedenti.
La trasformazione digitale – che abbraccia intelligenza artificiale, Internet of Things (IoT), cloud computing e analisi avanzata dei dati – non si limita a ottimizzare i processi esistenti, ma abilita la creazione di nuovi modelli di business, prodotti più intelligenti e servizi a valore aggiunto basati sui dati.
I progressi nella robotica e nell’automazione avanzata, inclusi i robot collaborativi (cobot), stanno rendendo le linee di produzione più flessibili, efficienti e sicure, permettendo anche alle PMI di accedere a livelli di automazione prima impensabili.
Queste tecnologie offrono opportunità tangibili per aumentare la competitività, migliorare la qualità, personalizzare la produzione su larga scala e rispondere più rapidamente alle richieste del mercato. Ma cogliere queste opportunità richiede visione strategica e, soprattutto, investimenti mirati in nuove tecnologie, competenze e riorganizzazione dei processi.
È in questo contesto che strumenti agevolativi come i Mini Contratti di Sviluppo diventano essenziali, fornendo un supporto concreto per sostenere i piani di investimento e accelerare l’adozione delle innovazioni necessarie a competere efficacemente.
I dettagli delle agevolazioni previste dai Mini Contratti di Sviluppo
I Mini Contratti di Sviluppo sono finanziati con 300 milioni di euro a valere sul Programma Nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” (PN RIC 2021-2027).
Dei 300 milioni di euro complessivi stanziati per i Mini Contratti di Sviluppo 100 sono destinati esclusivamente alle PMI e 200 sono destinati sia alle PMI che alle grandi imprese.
Come funzionano i Mini Contratti di Sviluppo
I Mini Contratti di Sviluppo sono un’agevolazione concessa sotto forma di contributo a fondo perduto, a copertura di investimenti in grado di sostenere lo sviluppo o la fabbricazione di tecnologie critiche o di salvaguardare e rafforzare le rispettive catene del valore.
L’obiettivo è favorire la sicurezza degli approvvigionamenti, la resilienza e la produttività del sistema produttivo italiano ed europeo.
L’agevolazione è concessa nella forma di contributo a fondo perduto a copertura delle spese ammissibili, secondo le seguenti percentuali:
- piccole imprese: 55%;
- medie imprese: 45%;
- grandi imprese: 35%.
Chi può beneficiare dei Mini Contratti di Sviluppo
Possono beneficiare dell’agevolazione le imprese di tutte le dimensioni che intendono realizzare programmi di investimento in settori specifici, tra cui:
- tecnologie digitali e innovazione delle tecnologie deeptech;
- tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse;
- biotecnologie, compresi i medicinali critici.
I piani di investimento devono riguardare un’unica unità produttiva situata nelle Regioni Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna e prevedere spese ammissibili tra 5 e 20 milioni di euro.
Accessibilità ampliata: la soglia minima scende a 5 milioni
Come abbiamo visto un elemento distintivo e strategico dei Mini Contratti di Sviluppo è la soglia minima di investimento richiesta, fissata a 5 milioni di euro, a fronte dei 20 milioni generalmente necessari per accedere ai Contratti di Sviluppo tradizionali.
Questa significativa riduzione della soglia d’accesso offre un vantaggio fondamentale: rende lo strumento più accessibile a un bacino più ampio di imprese, in particolare alle Piccole e Medie Imprese (PMI) ma anche a grandi aziende con progetti di investimento strategici di dimensioni intermedie.
Lo strumento permette così di supportare anche iniziative mirate allo sviluppo e alla produzione di tecnologie critiche nel Centro-Sud che, pur essendo rilevanti per la competitività e l’innovazione, non raggiungono le dimensioni richieste dallo strumento principale.
Come accedere ai fondi
Mini Contratti di Sviluppo, le spese ammesse all’agevolazione
I piani di investimento possono includere diverse tipologie di spese ammissibili, tra cui terreni, macchinari, impianti e attrezzature, brevetti, licenze e consulenze.
In dettaglio:
- suolo aziendale e sue sistemazioni, nei limiti del 10 per cento del complessivo investimento produttivo ammissibile;
- opere murarie e assimilate, nei limiti del 40 per cento del complessivo investimento produttivo ammissibile;
- macchinari, impianti e attrezzature varie, nuovi di fabbrica. Rientrano in tale categoria le spese per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili o di impianti di cogenerazione (ad eccezione delle connesse opere murarie) destinati a soddisfare i fabbisogni dell’unità produttiva oggetto di intervento e dimensionati alle esigenze della medesima;
- programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi; per le imprese di grandi dimensioni tali spese sono ammissibili fino al 50 per cento dell’investimento complessivo ammissibile.
È importante sottolineare che le spese devono essere strettamente connesse alla realizzazione del piano di investimento e devono rispettare i criteri previsti dal decreto.
Che cosa si intende per tecnologie critiche: il regolamento STEP
Ma che cosa sono esattamente le “tecnologie critiche“? Il riferimento è al Regolamento (UE) 2024/795, che istituisce la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP).
Questo regolamento individua una serie di tecnologie considerate cruciali per la competitività dell’Unione Europea e per la sua autonomia strategica. L’obiettivo dei Mini Contratti di Sviluppo è proprio quello di incentivare gli investimenti in queste tecnologie, al fine di ridurre la dipendenza dell’Europa da paesi terzi e promuovere la crescita economica.
Mini Contratti di Sviluppo, focus su digitale, robotica e biotecnologie
L’allegato I del decreto ministeriale elenca le tecnologie che possono beneficiare dell’agevolazione.
Qui di seguito l’elenco delle tecnologie che possono essere oggetto dei Mini Contratti di Sviluppo:
- Tecnologie di semiconduttori avanzati;
- Tecnologie di intelligenza artificiale;
- Tecnologie quantistiche;
- Connettività avanzata, navigazione e tecnologie digitali;
- Tecnologie di rilevamento avanzato;
- Robotica e sistemi autonomi;
- Tecnologie solari;
- Tecnologie per l’energia eolica onshore e le energie rinnovabili offshore;
- Tecnologie delle batterie e di stoccaggio dell’energia;
- Pompe di calore e tecnologie dell’energia geotermica;
- Tecnologie dell’idrogeno;
- Tecnologie del biogas e del biometano sostenibili;
- Tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio;
- Tecnologie delle reti elettriche;
- Tecnologie della fissione nucleare;
- Tecnologie per i combustibili alternativi sostenibili;
- Tecnologie idroelettriche;
- Altre tecnologie delle energie rinnovabili;
- Tecnologie per l’efficienza energetica inerenti al sistema energetico;
- Tecnologie per i combustibili rinnovabili di origine non biologica;
- Soluzioni biotecnologiche in materia di clima ed energia;
- Tecnologie industriali trasformative per la decarbonizzazione;
- Tecnologie di trasporto e utilizzo di CO2;
- Tecnologie di propulsione eolica e di propulsione elettrica per i trasporti;
- Altre tecnologie nucleari;
- Materiali avanzati, tecnologie di fabbricazione e riciclaggio;
- Tecnologie per la depurazione e la desalinizzazione delle acque;
- Tecnologie dell’economia circolare;
- Biotecnologie (DNA/RNA, proteine, colture cellulari, ecc.).
Presentazione delle domande
Tempistiche e modalità per accedere ai fondi
Le domande di agevolazione devono essere presentate esclusivamente in via telematica, attraverso la piattaforma informatica disponibile sul sito di Invitalia (www.invitalia.it), a partire dalle ore 12:00 del 5 febbraio 2025.
La scadenza
Il termine per le domande, originariamente fissato all’8 aprile, è stato esteso con il Decreto direttoriale 4 aprile 2025 fino alle ore 12.00 del 27 maggio 2025.
L’impatto atteso sull’industria italiana
I Mini Contratti di Sviluppo si configurano dunque come uno strumento strategico con il potenziale di incidere in modo significativo sul tessuto industriale italiano, in particolare nel Mezzogiorno, area destinataria esclusiva di questa misura.
Indirizzando risorse verso lo sviluppo e la produzione delle tecnologie critiche identificate a livello europeo (STEP) – dal digitale avanzato e la robotica alle biotecnologie e alle soluzioni per la transizione energetica – l’obiettivo va oltre il semplice sostegno finanziario. Si punta a innescare un processo virtuoso di innovazione e rafforzamento delle filiere strategiche nazionali.
L’impatto atteso è duplice: da un lato, aumentare la competitività e la resilienza delle imprese italiane, favorendo l’adozione di tecnologie all’avanguardia e riducendo la dipendenza da fornitori esteri in settori chiave per l’autonomia strategica nazionale ed europea.
Dall’altro, stimolare la crescita economica e la creazione di occupazione qualificata nelle regioni del Centro Sud, contribuendo a valorizzarne il potenziale industriale e a ridurre il divario territoriale.
Se le imprese sapranno cogliere questa opportunità, i Mini Contratti di Sviluppo potranno rappresentare un acceleratore importante per la modernizzazione dell’industria italiana e il suo consolidamento nelle catene del valore globali del futuro.