Dall’esperto di cobot all’addetto all’etica della tecnologia: ecco le 6 professioni emergenti dell’Industria 4.0

Digital Ethics Officer, Ingegnere 4.0, Big Data Scientist, Esperto di Robot collaborativi, Manager della Convergenza tra IT e OT e Digital Mentor: ecco i profili più ricercati e strategici per le aziende protagoniste della trasformazione digitale.

Pubblicato il 01 Ott 2019

Sei tra i principali ruoli emergenti della smart manufacturing

Le nuove tecnologie creano nuovi ruoli e specializzazioni in azienda. Attività e professioni che fino a qualche tempo fa ancora non esistevano, o avevano un peso marginale, con lo sviluppo della Digital transformation e della manifattura Smart hanno oggi, e avranno sempre di più in futuro, un’importanza essenziale e strategica.

Per affrontare le sfide del mondo del lavoro e dell’Industria 4.0 le imprese devono attrezzarsi velocemente, Università e centri di formazione devono di pari passo aggiornare i propri contenuti e programmi, giovani e meno giovani devono tenere conto delle tendenze in atto.

La recente edizione del World Manufacturing Forum 2019, che si è svolta nei giorni scorsi a Cernobbio, sul lago di Como, è stata focalizzata proprio su questi temi. E il Report presentato in quell’occasione, dal titolo ‘Skills for the future of Manufacturing’, realizzato dalla World Manufacturing Foundation, la Fondazione che organizza l’evento, indica e rimarca in particolare 6 ruoli e figure professionali emergenti. Quelle che contribuiranno allo sviluppo Hi-tech e della Smart manufacturing da qui ai prossimi anni, in un elenco che non vuole essere esaustivo, ma illustrare le principali tendenze.

Eccole, queste nuove competenze e professioni specializzate, una per una, con caratteristiche e prospettive: Digital Ethics Officer, Ingegnere 4.0, Big Data Scientist, Esperto di Robot collaborativi, Manager della Convergenza tra IT e OT e Digital Mentor.

Etica e regole, il Digital ethics officer

L’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale ha anche profonde implicazioni etiche, che stanno alla base di varie attività come ad esempio l’uso corretto dei dati, il rispetto di leggi e regole, la consapevolezza di come le tecnologie utilizzate abbiano un impatto e conseguenze sulla società.

In questo scenario, il Digital ethics officer sovrintende a sviluppo, attuazione e monitoraggio dell’etica, nell’uso e nell’applicazione di nuove tecnologie e AI. Guida lo sviluppo di sistemi e quadri di riferimento per l’uso responsabile di strumenti Hi-tech e dati in tutta l’organizzazione; analizza il contesto interno ed esterno per comprendere i possibili rischi e ripercussioni delle varie attività di Business; garantisce la conformità con il codice etico digitale dell’azienda attraverso verifiche periodiche, nonché valuta tempestivamente e cerca una soluzione a inefficienze e reclami.

Inoltre, questo esperto dell’etica digitale collabora con gli stakeholder per costruire una cornice etica per l’uso di tecnologie emergenti, in mancanza di standard, leggi e regole ad hoc, e ha in pratica il ruolo di leader in quel settore.

Anche l’ingegnere diventa 4.0

Le risorse digitali hanno grandi potenzialità per rendere più efficienti e snelli i processi produttivi. Analisi dei dati sofisticate, ad esempio, possono fornire informazioni non disponibili in precedenza, per capire meglio e rispondere alle esigenze dei clienti, o migliorare l’efficienza dei processi.

L’ingegnere 4.0 è in grado di identificare come l’integrazione delle tecnologie digitali possa creare valore e migliorare l’efficienza operativa della fabbrica e dell’azienda nel suo complesso. Identifica errori e sprechi nelle attività e nelle fasi di produzione, sia fisiche sia digitali. Con l’introduzione di nuovi strumenti e innovazioni organizzative, ri-disegna e ri-progetta i processi aziendali per migliorarli. Previene ed evita sprechi di risorse digitali nel corso del percorso di digitalizzazione. Aiuta, a tutti i livelli organizzativi, lo sviluppo dell’Industria 4.0 e delle Lean technology per l’efficienza dei processi.

Tra le sue molteplici competenze, c’è poi anche quella di fare adeguate simulazioni di sistemi di produzione e procedimenti collegati, per cercare sempre di ottimizzare ogni fase e attività aziendale.

L’Industrial Big data scientist

Creare valore dai dati e dai processi produttivi è al tempo stesso una sfida e un’opportunità. E la quantità di dati generati da un’ampia gamma di fonti all’interno e all’esterno dell’azienda è in aumento a una velocità senza precedenti. Da tutto ciò deriva la necessità di un approccio strutturato per raccogliere, analizzare, memorizzare e condividere i dati, per cui l’Industrial Big data scientist è un figura centrale per sfruttarne il valore dei dati per l’azienda, e per generare anche intuizioni che possono portare a nuovi modelli di Business.

È un super-tecnico che collabora con le funzioni della produzione e di altri ambiti aziendali per vedere come i dati possono essere sfruttati per sostenere il processo decisionale. Progetta e crea nuovi modelli operativi per analizzare e maneggiare i dati, e per risolvere problemi complessi.

Il Big data scientist realizza anche test per verificare la qualità dei dati aziendali, e che siano corretti e completi. Utilizza vari strumenti per comunicare i risultati di queste analisi ai diversi soggetti interessati. Tra le sue competenze, deve avere una conoscenza approfondita delle tecniche di gestione dei dati, Machine learnig e analisi predittiva.

L’esperto di robot collaborativi

Già oggi, innanzitutto nelle aziende più innovative, i robot industriali stanno rivoluzionando processi e risultati produttivi, come effetto di maggiori livelli di efficienza. Nei prossimi anni, gli specialisti del settore si attendono una crescita e diffusione importante dei cobot (robot collaborativi), in grado di interagire con e di supportare il personale aziendale in diverse mansioni e attività.

Gli esperti assicurano che l’interazione tra umani e cobot sarà sempre più fluida, efficace ed efficiente. E l’esperto di questi cobot dovrà proprio garantire la migliore interazione tra esseri umani, robot e cobot, massimizzando i risultati in vari tipi di processi.

È uno specialista che osserva questi processi di lavoro per identificare continuamente opportunità dove i cobot possano migliorarli e migliorarne i risultati finali. Gestisce, installa, configura, fa manutenzione ai cobot integrati con i vari sistemi di fabbrica. Fornisce formazione e supporto tecnico ai lavoratori per operare in maniera ottimale con i cobot.

E per fare tutto ciò deve avere competenze e capacità di utilizzo dell’intelligenza artificiale, una mentalità imprenditoriale e orientata all’utente finale, con in più l’abilità di anticiparne le esigenze.

Il manager della convergenza tra IT e OT

Le possibili sinergie per rendere più efficiente il sistema aziendale e ridurre i costi operativi sono solo alcuni dei fattori che guidano la convergenza degli strumenti operativi (OT) con i sistemi informatici (IT). Lo specialista di questa ‘convergenza Hi-tech’ facilita le interazioni tra mondo dei sistemi informatici e ambienti di produzione, anche per consentire decisioni in tempo reale.

È una figura specializzata che sviluppa le infrastrutture tecnologiche necessarie, ad esempio, per ottimizzare i flussi di dati. Definisce e verifica le linee guida per garantire l’integrità dei dati e delle attività connesse; coordina le azioni e fornisce assistenza tecnica ai team IT e OT. Deve avere, tra le altre caratteristiche, la capacità di progettare e costruire un’architettura tecnologica orientata all’Industria 4.0 e basata sui dati (Data driven). Con la competenza di applicare le norme e gli standard operativi, monitorando la loro evoluzione.

Crescere con il Digital mentor

I luoghi di lavoro sono continuamente trasformati dalle nuove tecnologie che cambiano il tipo e il modo di svolgere compiti e funzioni aziendali. Per questo motivo, un certo know-how informatico è diventato indispensabile. Così, il Digital mentor (o mentore digitale) aiuta il personale di tutta l’azienda a lavorare in maniera agevole e adeguata con le nuove tecnologie. Con un’attenzione particolare per aumentare la conoscenza e la confidenza con gli strumenti digitali da parte dei lavoratori delle generazioni precedenti, che possono avere più difficoltà a imparare come utilizzare i nuovi strumenti digitali.

Tra le sue funzioni, svolge regolarmente corsi di formazione sull’uso delle tecnologie essenziali, hardware e software; fornisce Training specifico sull’uso di realtà virtuale, realtà aumentata, e altri dispositivi indossabili; ‘educa’ i dipendenti sull’importanza di un’adeguata gestione dei dati e su tutto ciò che ha a che fare con la Privacy. E fa tutto ciò con una mentalità ‘interculturale’ e con un’apertura alla diversità di risorse umane, tecnologiche e creative.

È quindi sempre più necessario investire in formazione del capitale umano in chiave 4.0, con competenze che servono alle imprese e che oggi sono spesso introvabili. Per affrontare le sfide dell’innovazione e dell’automazione, allora, è fondamentale ripensare i modelli formativi, coniugando istruzione, formazione e imprese, tra pubblico e privato.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5