Da Nokia ad Autodesk e Hp: 21 nuovi soci industriali e 4 Regioni entrano nel Cluster Fabbrica Intelligente

Il Cluster Fabbrica Intelligente (nato nel 2012 allo scopo di promuovere la formazione di cluster tecnologici nel nostro Paese) si allarga, con l’adesione di 21 nuovi soci, tra cui Canon Italia, Dassault Systems Italia, Seco e Wärtsilä Italia.

Pubblicato il 31 Mag 2021

Innovazione4

Il Cluster tecnologico nazionale Fabbrica Intelligente (l’associazione riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione che vede riuniti esponenti di enti pubblici e di ricerca, università e imprese) si allarga, registrando l’adesione di altre 4 Regioni e 21 soci, tra cui Canon Italia, Dassault Systems Italia, Seco, Wärtsilä Italia, Nokia, Autodesk e Hp.

Il progetto, nato nel 2012 e divenuto operativo nel 2014, conta ora 310 realtà (di cui 271 membri industriali e 39 associati di altra tipologia) e si sta espandendo anche sul territorio nazionale: le organizzazioni nazionali già associate, come Comet dal Friuli Venezia Giulia, Sviluppo Umbria, Cluster Lucano Automotive (Basilicata), Hub Innovation Trentino, hanno infatti  ricevuto dalle rispettive Regioni la delega per rappresentarle in seno al Cluster.

L’obiettivo è quello di portare a 11 il numero dei Cluster Regionali, una volta completato il processo di formalizzazione con Regioni e MUR. Entro il 2021 sarà possibile arrivare a 15, grazie alle iniziative avviate nelle Regioni Campania, Abruzzo, Lazio e Toscana.

“Tanti i motivi che spingono i nuovi soci ad aderire – spiega Luca Manuelli, Ceo Ansaldo Nucleare e Presidente del Cluster Fabbrica Intelligente (Cfi) – come la dimensione e l’inclusività dell’ecosistema del Cluster, le relazioni che nascono al suo interno e che favoriscono il dialogo sull’evoluzione di tecnologie determinanti per lo sviluppo della manifattura e l’opportunità di partecipare a iniziative a favore di politiche industriali efficaci”.

“Essere soci di Cfi consente di contribuire a scrivere il futuro della manifattura. In seno al Cluster coordiniamo processi importanti, tra i quali la definizione della Roadmap dell’Innovazione, che ha sia lo scopo di indirizzare le attività di ricerca e innovazione delle aziende manifatturiere, che proporre agli organi istituzionali, quali i Ministeri, i percorsi di approfondimento lungo i quali puntare con politiche industriali mirate”, aggiunge.

Tra le nuovi adesioni anche quella di Kilometro Rosso, polo tecnologico nato in seno a Brembo, che intende portare valore alle imprese del proprio distretto innovativo. “L’adesione al Cluster è per noi un passaggio naturale. Il nostro Innovation District, infatti, è da sempre attivo nella creazione di un sistema di relazioni tra ricerca e impresa che permetta ai nostri partner di trovare risposte efficaci ai loro fabbisogni di innovazione, con una particolare attenzione ai sistemi industriali”, commenta Salvatore Majorana, direttore Kilometro Rosso.

“C’è una tecnologia nella quale stiamo investendo molto, quella dell’additive manufacturing – spiega Samuele Gallazzi Sales Account Executive di Autodesk Italia – è un tema fondamentale, di processo, per cui è importante confrontarci in materia con la manifattura più importante d’Italia, quella che il Cluster esprime. Bisogna fare il punto sui progressi e sulle evoluzioni future di questo genere di stampa. Pertanto, vogliamo anche far parte dei gruppi che scrivono la Roadmap”.

Nel 2017, il Ministero dello sviluppo economico ha affidato al Cluster il compito di supportare la selezione dei primi Lighthouse Plant, fabbriche eccellenti già operative e “pronte” a sviluppare un progetto articolato e innovativo per diventare smart factory, attraverso l’utilizzo delle tecnologie indirizzate dal Piano Industria 4.0 (come big data, IoT e Intelligenza Artificiale), anche per abilitare nuovi modelli di business, l’integrazione della filiera e il coinvolgimento del mondo dell’Open Innovation.

Ai primi 4 Lighthouse operativi (di Ansaldo Energia, Tenova-Ori Martin, Abb e Hitachi Rail) se ne sono aggiunti, nel 2021, altri due: Hsd Mechatronics, del gruppo Biesse, prima media impresa italiana a entrare a far parte del Lighthouse Plant Club, e Opificio digitale, con sede a Trieste, nato a maggio grazie all’impegno della capofila Wärtsilä Italia.

Complessivamente i progetti delle Fabbriche Faro hanno generato un investimento di 110 milioni di euro, di cui 25 milioni finanziati dal Mise e 10 milioni dalle Regioni.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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